Inps, Tridico: “ Proposta pensione a due fasi consentirebbe flessibilità e conti in ordine”

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Sui conti 2021 dell’Inps ovviamente ci sono conseguenze che ci riportiamo dietro dal 2020, e quindi dobbiamo recuperare il disavanzo maturato lo scorso anno

Ci sono indicatori, come abbiamo detto, del fatto che la ripresa c’è ed è robusta. C’è un incremento di entrate retributive di quasi 5 miliardi in più rispetto al 2020, e se questo continua ad essere il trend probabilmente riusciremo ad assorbire il disavanzo che abbiamo maturato lo scorso anno”. Lo ha detto, a Sky TG24 Economia, il presidente dell’INPS Pasquale Tridico.

Sulla cassa integrazione c’è stato un tiraggio molto più basso, intorno al 20%. L’anno scorso, nei periodi più acuti, c’è stato un utilizzo anche del 70-80%, in media del 55%, rispetto al 2020 siamo nella parte finale del tunnel. Almeno questo ci sembra dai dati che vediamo.

Il blocco dei licenziamenti ha effettivamente svolto un ruolo, che è quello di proteggere i lavoratori che probabilmente sarebbero stati altrimenti licenziati e che noi abbiamo stimato e verificato in essere 330mila circa; l’ulteriore buona notizia è che, se questo continua ad essere il trend, e quindi al netto di altre interruzioni o di aggravamenti della malattia, non ci dovrebbero essere quei licenziamenti di massa che si prevedevano ad inizio dell’anno: noi li stimiamo in numero di molto inferiore rispetto a quello che era possibile ipotizzare all’inizio del 2021”. Così, a Sky TG24 Economia, il presidente dell’INPS Pasquale Tridico.

Quello che abbiamo fatto – ha detto – è stato una stima sullo storico, abbiamo osservato lo storico del saldo tra licenziamenti, quindi cessazioni, ed assunzioni e abbiamo visto appunto che c’è una cessazione molto inferiore rispetto a quello storicamente osservato. Ora questi lavoratori ce li ritroviamo che hanno lasciato la cassa integrazione e si sono reintegrati nel mercato del lavoro attivamente: per questo siamo convinti che la cifra di 330mila si una cifra abbastanza consolidata”.

Quota 100 era già uno scalino dalla riforma Fornero, era uno scivolo che ha accompagnato la riforma a regime. La proposta della pensione a due fasi prevede che a 63 anno, con almeno 20 di contributi, si avrebbe la quota contributiva della pensione, a 67 anni si avrebbe la quota retributiva. È una proposta che permette flessibilità a chi deve uscire dal mercato del lavoro a 63 anni, mantenendo in ordine i conti. A 67 anni, quando anche con l’età le esigenze economiche diventano più importanti, ci sarebbe la seconda parte dell’assegno, sulla base della quota retributiva, come oggi prevede la riforma Fornero”.

Lo ha detto a Sky TG24 Economia il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.