Intesa per il superamento dei campi rom

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Torino applicherà ai campi rom il “modello Moi”, che ha permesso di arrivare con successo allo sgombero dell’ex villaggio olimpico. Le misure da attuare sono contenute in un protocollo di intesa firmato il 16 dicembre da Prefettura e Comune di Torino, Regione Piemonte e Ministero dell’Interno.

Il progetto punta infatti a evitare gli sgomberi forzati per arrivare al superamento dei campi attraverso un lavoro di inclusione capace di coniugare il ripristino della legalità con la tutela delle fasce deboli. Ogni singolo nucleo famigliare viene contattato e coinvolto in un percorso nel quale gli vengono offerte soluzioni abitative e accompagnamento. Previsti la messa in sicurezza e bonifica dei siti che hanno ospitato i campi, l’avvio di percorsi verso l’autonomia lavorativa, abitativa, e alla salute, iniziative di accompagnamento scolastico, servizi di doposcuola, corsi di inserimento professionale.

Come precisa l’assessore alla Sicurezza e all’Immigrazione, Fabrizio Ricca, “la Regione stanzia 300.000 euro per questo progetto, che ho già chiesto di estendere a tutte le Prefetture del Piemonte. L’importante è raggiungere l’obiettivo, se poi troviamo un sistema che permetta di farlo con serenità, meglio”. Per il prossimo anno Ricca annuncia una nuova legge “che permetterà di prevenire, in modo che queste realtà non si manifestino più, anziché costringerci ad agire a posteriori”.

In particolare, la Regione Piemonte si impegna su smantellamento e bonifica dei campi e mette a disposizione i servizi e risorse legati al fondo europeo Fami per i piani d’intervento finalizzati all’integrazione dei cittadini di Paesi terzi e al programma “Petrarca 6” per la formazione civico-linguistica. Il Comune coordina gli interventi di manutenzione e ripristino dei siti e a supervisionare i percorsi di inclusione, mettendo a disposizione i propri servizi. La Prefettura si attiva per facilitare le interazioni tra Governo centrale e amministrazioni locali per la buona riuscita dell’iniziativa, che sostiene con fondi ministeriali dedicati agli interventi assistenziali straordinari, con un primo contributo di 250.000 euro. La Diocesi mette a disposizione immobili, servizi e progetti dell’area sociale, accoglienza diffusa nelle parrocchie e nelle comunità religiose, si attiva per l’orientamento lavorativo e i tirocini formativi, l’apprendimento dell’italiano e il coinvolgimento delle comunità parrocchiali nei cui territori si insedieranno le famiglie Rom e Sinti. Per la gestione del protocollo è stato istituito un tavolo Inter-istituzionale presieduto dalla sindaca di Torino.