Istat. Nel 2020 crolla la spesa media delle famiglie italiane

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Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, nel 2020 la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.328 euro mensili

In calo del 9% rispetto ai 2.560 euro del 2019. Si tratta, sottolinea l’istituto di statistica, della contrazione più accentuata dal 1997, anno di inizio della serie storica, che riporta il dato medio di spesa corrente al livelli del 2000. Nel biennio 2012-2013, quando si registrò la flessione più ampia nel periodo considerato, il calo rispetto al 2011 era stato complessivamente del 6,4%. Viaggi e vacanze Nel 2020, la voce di spesa che le famiglie hanno maggiormente limitato a seguito delle limitazioni per la pandemia risulta quella per viaggi e vacanze.

Tra quante già spendevano per questa voce nel 2019, la percentuale di chi l’ha ridotta rispetto all’anno precedente è del 46,8%. Questa percentuale è pari al 44,1% nel Nord e nel Centro e al 56,6% nel Mezzogiorno.

Lo rileva l’Istat. Abbigliamento A seguire, l’altra voce di spesa che, nel 2020, le famiglie hanno contenuto di più rispetto all’anno precedente è quella per abbigliamento e calzature: il 45,5% di quante acquistavano già questi beni un anno prima dell’intervista ha infatti limitato l’esborso. Nel Nord questa percentuale è pari al 39,6%, nel Centro al 42,1% e nel Mezzogiorno al 56,8%. Spese mediche All’opposto rispetto a viaggi e vacanze e ad abbigliamento e calzature, la voce di spesa che le famiglie hanno limitato in misura minore è quella per visite mediche e accertamenti periodici (15,7%), con il Nord dove questa quota scende all’11,0% e il Mezzogiorno dove sale al 24,6% (nel Centro è pari al 12,9%).

Spese domestiche ed alimentari

La flessione dei consumi nel 2020 rispetto al 2019 vede sostanzialmente invariate la spesa per Alimentari e bevande analcoliche (468 euro al mese) e quella per Abitazione, acqua, elettricità e altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria (893 euro mensili, di cui 587 euro di affitti figurativi). Lo sottolinea l’Istat spiegando che si tratta, infatti, di spese “difficilmente comprimibili, solo marginalmente toccate dalle restrizioni governative” disposte per la pandemia e che, anzi, possono essere state favorite dalla maggiore permanenza delle famiglie all’interno dell’abitazione.

Ristorazione e attività ricreative Le diminuzioni più drastiche riguardano i capitoli di spesa sui quali le misure di contenimento hanno agito maggiormente e in maniera diretta, cioè Servizi ricettivi e di ristorazione (-38,9%, 79 euro mensili in media nel 2020) e Ricreazione, spettacoli e cultura (-26,4%, 93 euro mensili), seguiti da capitoli fortemente penalizzati dalla limitazione alla circolazione e alla socialità, come Trasporti (-24,6%, 217 euro mensili nel 2020) e Abbigliamento e calzature (-23,3%, 88 euro mensili).