Ken Follett – La colonna di fuoco – Milano, Mondadori, 2017, 907 p. (185)

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Ecco il “nuovo” Follett che non parla più (o non solo) della lotta tra ricchi e “servi della gleba”, ma di guerra, dichiarata e non, combattuta a tutti i livelli: stati, regioni, comunità singoli,… battaglie senza esclusione di colpi per affermare la propria idea di religione contrapposta a quella degli altri, spesso, molto spesso, legata anche ad interessi molto materiali!

E come è sua natura, il nostro bravissimo romanziere intreccia trame – sono più di una nell’intricato, lungo romanzo, questa volta – che legano e coinvolgono il lettore rendendolo partecipe alla narrazione, alle vicende dei vari protagonisti, tra cui i principali sono Ned Willard e suo fratello Barney, possidenti “liberali e protestanti”, Margery col fratello Rollo ed i genitori, cattolicissimi ed estremisti, il casato dei conti di Shiring, con il padre filibustiere e il figlio Bart che lo segue e lo supera in crudeltà, Sylvie Palot (ed i suoi genitori) protestante attivissima, coerente e sfegatata, parigina, ma che poi si trasferisce in Inghilterra, un ambizioso personaggio, Pierre Aumonde, molto attivo contro i protestanti ma principalmente mirante al suo tornaconto ed alla sua “carriera”… ed altri… tutti operanti in Inghilterra (ed un po’ in Francia..) all’epoca della regina Elisabetta I, o giù di lì (dal 1558 al 1620 circa).

Molti episodi di questa saga e di questi sviluppi sociali, con alti e bassi – in considerazione di chi ha in mano il potere – di varie famiglie, si intrecciano con avvenimenti realmente avvenuti, come i tentativi di uccidere la regina Elisabetta, la strage degli Ugonotti in Francia (oltre 300 morti solo a Parigi), la prigionia della regina Maria a Chartley Manor e la sua successiva decapitazione… mentre tutto parte dall’innamoramento tra Ned e Margery, destinato a non concludersi felicemente, e termina a tarallucci e vino – tutti felici e contenti, con i buoni vincenti ed i cattivi puniti – con la famiglia ricca e felice di Ned e Sylvie, in una nazione che, pur orfana della “grande regina”, trova il suo equilibrio in Europa, dopo aver sconfitto la grande armata spagnola che aveva intenzione di invaderla.

Ned, personaggio inventato “più importante”, dopo aver subito il tracollo economico dei beni di famiglia (nella guerra cattolici contro protestanti), diventa uno degli uomini del primo servizio segreto britannico (molto prima di James Bond!) alle dipendenze di sir William Cecil, consigliere di Elisabetta (personaggio vero), e si dibatte tra gli estremismi religiosi per eliminarli o per lo meno ridurli – come era intenzione vera di Elisabetta – ma non è facile, quindi condurrà una vita difficile lontano dalla famiglia, con momenti di affetto “rubati” ad altre famiglie ed alla vita senza mai goderne appieno, fino alla fine.

Compromesso e tolleranza che, solo alla fine, permetteranno all’ex giovane (ormai ottantenne!) di vivere relativamente tranquillo.

Il tema prevalente della narrazione resta quindi quello “la libertà”, non solo religiosa, che non tutti intendono concedere, ma per cui molti lottano, facendolo anche a costo della vita; tema questo presente in tutte le epoche con forti richiami anche alla realtà odierna.

Anche questo romanzo si legge agevolmente e “con simpatia”, senza sforzo.

Franco Cortese Notizie in un click