La lotta alle disuguaglianze del Paese si fa anche con infrastrutture adeguate

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A 46 anni in politica, si può dire? Sono una ‘junior’, sento il peso non banale del ministero, che ha 18 direzioni generali, che coordina la Guardia costiera, di cui sono molto orgogliosa e che mai, mai, mai ha dimenticato le leggi del mare e dell’umanità”.

Così Paola De Micheli, neo ministra alle Infrastrutture, ha parlato a proposito dell’impegnativo incarico ricevuto nel nuovo governo nella giornata di sabato, nel corso della quale è intervenuta prima alla Summer School della Scuola di Politiche, organizzata da Enrico Letta a Cesenatico, e poi al convegno di Area Dem a Cortona.

Interventi che sono stati l’occasione per De Micheli di tracciare quelle che saranno le linee guida che la neo ministra intende imprimere al dicastero di via Nomentana, e che avranno al centro parole d’ordine come la lotta alle diseguaglianze, la sostenibilità ambientale e gli interventi per il Mezzogiorno.

E tra le scelte che intende mettere in campo, la ministra ha parlato di interventi per il Sud soprattutto sul versante degli “investimenti ferroviari, per avvicinare le persone all’Europa”, ma anche di “un grande lavoro da fare sul tema della casa e della rigenerazione urbana”, questioni che per De Micheli “danno chiara e immediata l’idea di chi sono le persone a cui vogliamo rispondere”, e cioè “tutti coloro che si sentono esclusi dall’avere una possibilità”.

Ampio spazio negli interventi della ministra alla sostenibilità ambientale, un tema che, ha spiegato, attraverserà trasversalmente “le priorità infrastrutturali dei prossimi cento giorni”.

“Le scelte infrastrutturali e gli investimenti nei trasporti che andremo a fare, anche in una condizione di bilancio che sappiamo non infinita”, ha spiegato De Micheli, “incroceranno sempre e comunque il tema della sostenibilità ambientale, perché non è immaginabile di confermare o finanziare nuove infrastrutture, siano esse ferroviarie o stradali, senza una valutazione dell’impatto ambientale e senza che tale valutazione, al netto degli aspetti amministrativi, abbia anche una condivisione con i territori su cui ricadono le scelte”. Perché, ha aggiunto, “anche quando non riusciremo a portarci dietro tutti, le ragioni di tutti devono essere ascoltate”.

E a proposito del nuovo approccio alla questione dell’immigrazione, la neo ministra ha tenuto a far sapere che: “In termini emotivi, l’unico motivo per cui probabilmente sentirete parlare del ministero delle Infrastrutture e Trasporti potrebbe essere quello legato alla giusta umanità con la quale la Guardia Costiera affronterà il tema dei migranti”.

“Non so se riuscirò a rispondere alle attese che ci sono sulle mie piccole spalle”, ha confidato la neo ministra, ma, ha aggiunto, “ho una certezza, se volete anche molto femminile, che ogni scelta di politiche concrete avrà alle spalle quel bagaglio valoriale e culturale senza il quale si diventa schizofrenici e con il quale, invece, si riesce a far capire alle persone la bontà delle scelte”.

Non è mancato, infine, un accenno al Pd, un partito che per de Micheli deve avere “radici profonde nel territorio e che deve praticare i nostri valori. Serve una cerniera fortissima, anche critica, con i territori”, perché “solo condividendole con le persone, le nostre scelte di cambiamento non saranno viste come calate dall’alto con supponenza”.

E nell’annunciare, nei prossimi giorni, le dimissioni da vice segretaria del Pd, De Micheli ha spronato: “L’incedere delle nostre idee deve essere inesorabile. E’ un appello a occuparsi di quello che è e che dovrà essere il Pd nei prossimi giorni, nelle prossime settimane e mesi. E’ questa la chiave di lettura con cui affrontare la stagione di governo”.