La pulizia etnica dei talebani in Afghanistan

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Negli ultimi giorni i talebani al potere in Afghanistan dalla scorsa estate avrebbero deportato forzatamente oltre 1.000 persone nei territori settentrionali del Paese, come riferiscono varie fonti.

Il governo fondamentalista afghano avrebbe deciso l’operazione per liberare circa 20mila acri di terra, su cui erano stanziate diverse comunità di etnia uzbeka e turkmena

Gli stessi deportati raccontano che guerriglieri talebani di etnia pashtun li hanno prelevati dalle loro case, per condurli nella provincia di Djausdjan. Già da tempo erano iniziate le azioni di forza da parte talebana contro centinaia di famiglie di khazari sciiti in cinque provincie del Paese.

L’intenzione degli “studenti di dio”, tornati al potere a 20 anni dall’invasione Usa, è quella di ridistribuire le terre ai loro sostenitori e punire i settori della popolazione che appoggiavano il governo precedente, appoggiato dagli Stati Uniti e dagli altri alleati occidentali.

Testimoni raccontano di essere stato deportati a Darzab, un villaggio sperduto del Djausdjan. A loro dire, le autorità della provincia hanno promesso di inviare una delegazione per investigare su questa “occupazione illegale” di territori abitati, ma finora non si è visto nessuno. “Eravamo padroni della nostra terra da centinaia di anni, la dividevamo tra i membri della comunità, e ora ci è stata sottratta”, afferma Abdullah. Un’altra voce, quella di Faizullah, conferma che “non abbiamo potuto opporci, altrimenti ci avrebbero ucciso”.