LA WEB TAX NON BASTA, SERVE LA PANDEMIC-TAX

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LA WEB TAX NON BASTA, SERVE LA PANDEMIC-TAX PER FAR SI’ CHE UNA QUOTA DI EXTRAPROFITTI SIA REINDIRIZZATA AL CETO MEDIO IMPOVERITO E A CHI NON HA PIU’ DA MANGIARE

IVANO TONOLI, SEGRETARIO DI UNIONE CATTOLICA E PRESIDENTE DI CONFEDES: SIAMO CONTRARI ALLA PATRIMONIALE, FINTO RIMEDIO CON CUI LA SINISTRA FINIREBBE CON IL COLPIRE IL RISPARMIO DIFFUSO DI ITALIANI GIA’ IN DIFFICOLTA’; QUELLO CHE AL CONTRARIO PROPONIAMO E’ UN CONTRIBUTO DI SUSSIDIARIETA’, DEL TUTTO COERENTE CON LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA CATTOLICA E CON IL RILANCIO DELLE FASCE DEL BENESSERE ECONOMICO E DEI CETI SOCIALI INTERMEDI, DA CALCOLARE NEI CONFRONTI DI CHI ABBIA UN PATRIMONIO LIQUIDO, IMMOBILIARE E IN TITOLI UNITARIAMENTE PARI E SUPERIORE A 5 MILIONI DI EURO

CON I PROVENTI DI UN SIMILE CONTRIBUTO, SAREBBE RISOLTO STRUTTURALMENTE IL PROBLEMA DELLA POVERTA’ ALIMENTARE TORNATO DIROMPENTE NEL NOSTRO PAESE E AL QUALE PAPA FRANCESCO E LE ISTITUZIONI ECCLESIALI STANNO OPPONENDO INTEGRALI PIANI DI AIUTI ALLE FAMIGLIE IN CODA PER UN PASTO

QUESTO E’ IL VERO BONUS, NON LE FINTE ELEMOSINE ELARGITE SULLA CARTA DA UNA SINISTRA CHE SOTTRAE RISORSE A STRUMENTI INVECE FUNZIONANTI COME L’INDUSTRIA 4.0 E IL FONDO DI GARANZIA CHE ANDREBBE AUMENTATO DI 100 MILIARDI DI EURO COSI’ DA SBLOCCARE ALTRI 1200 MILIARDI DI FINANZIAMENTI AGEVOLATI ALLE NOSTRE IMPRESE A RISCHIO DI CHIUSURA, CON IL PREAMMORTAMENTO BIENNALE UTILE A PREVENIRE LA TAGLIOLA DEL NUOVO DEFAULT IN VIGORE DA CAPODANNO NELLA UE

Se già prima dell’esplosione del covid, il tema del dualismo economico e sociale planetario stava assumendo una linea di demarcazione intollerabile e insostenibile fra i troppo pochi che detengono il 50 per cento del PIL mondiale, e i troppi che non detengono neppure l’equivalente di un pasto giornaliero, scenario tragicamente definito e chiaro al nostro amatissimo Papa Francesco che nel 2015 scrisse e promulgò in proposito la mirabile Enciclica “Laudato Si'” pietra miliare della Dottrina integrale della Chiesa Cattolica, adesso la pandemia ha provocato un effetto di schiacciamento fino a ricomprendere, al di qua della linea di una povertà oramai più assoluta che relativa, la pressoché totalità del ceto medio, professionale, produttivo, impiegatizio e operaio qualificato. Questo mentre, nel mondo, i primi 5 individui nella classifica dei più ricchi del pianeta hanno accresciuto, negli ultimi 9 mesi del 2020, i flussi di entrata e gli stock patrimoniali per un totale prossimo ai 400 miliardi di dollari, in pratica l’equivalente di quanto una Nazione come l’Inghilterra o la Germania ha deliberato a favore dei propri cittadini, famiglie e imprese per contrastare gli effetti recessivi dell’epidemia virale cinese. Nella consapevolezza di come il mondo possa implodere per tali contraddizioni, contestualmente all’ormai già incombente e attuale terza ondata del virus, il nostro Santo Padre Bergoglio, lo scorso ottobre da Assisi, ha promulgato l’Enciclica “Fratelli Tutti”, nella quale fin dal titolo ha inteso racchiudere un monito ineludibile: dalla pandemia sanitaria, divenuta sempre di più sociale, si esce partendo dal basso, attuando nella sua accezione più fedele il principio di Sussidiarietà, inteso come ascolto e recepimento delle istanze e delle sensibilità delle categorie in prima persona esposte a diverso titolo all’emergenza, e nello stesso tempo promuovendo istituzioni sovrannazionali “condivisive” e non più, come oggi e come da sempre avviene, divisive o di mera ratifica delle crescenti diseguaglianze in atto sul piano macroregionale. In questa funzione, i privati patrimoni, finanziari e immobiliari, devono essere intesi non come un totem intoccabile o un diritto cristallizzato o staticizzato in presenza di comportamenti dei loro proprietari tesi a ricavare dagli stessi unicamente delle rendite improduttive o maturate a discapito dei legittimi interessi di altri gruppi o comunità. La Dottrina Sociale della Chiesa ci ha insegnato che ESISTONO DEI DIRITTI NATURALI, NON DEI PRIVILEGI NATURALI! La proprietà è in tal senso un diritto reale riconosciuto anzitutto dalle esigenze cristiane di auto-realizzazione della persona e di sicurezza della famiglia naturale perché fuoriesca dalla precarietà, mentre la sua accumulazione e concentrazione eccessiva smette di essere un diritto intoccabile dell’individuo. Non deve essere qui dimenticato, aprendo una parentesi, che gli espropri nel pubblico interesse, in quel caso per la realizzazione delle prime grandi opere pubbliche infrastrutturali di carattere strategico, furono introdotti dagli Stati ottocenteschi occidentali che erano diretti da governi non di impronta cattiva social-comunista, bensì di dichiarato indirizzo politico ideologico liberale. Adesso, nel nostro caso, non si tratta di espropriare alcunché. Non a caso, noi Cattolici siamo radicalmente contrari a ogni prospettiva di imposizione fiscale di tipo patrimoniale tanto cara alla sinistra pauperista oggi al potere, imposizione che se venisse introdotta avrebbe effetti devastanti sul risparmio diffuso delle famiglie dell’ex ceto medio in progressivo depauperamento. Quello che noi proponiamo è un provvedimento molto diverso, rispettoso delle attività produttive e della titolarità meritocratica dei fattori della produzione e a favore di una netta ripresa delle politiche di ampliamento dell’area di inclusione nel benessere economico-sociale intermedio e di parallela progressiva riduzione delle fasce di povertà assoluta e relativa. Proponiamo, in altri termini, il “Contributo di sussidiarietà”, da non confondersi con il finto contributo di finta solidarietà delle sinistre, e da applicarsi ai patrimoni liquidi, immobiliari, azionari e obbligazionari di ammontare unitario da 5 milioni di euro in su. Una misura che sarà il portato non di decretazioni arbitrarie o unilaterali, bensì di una condivisione con i destinatari della stessa, e come Partito Unione Cattolica siamo lieti di comunicare che non sono pochi coloro che, benestanti in quanto capaci di avere creato imprese straordinarie o realizzato investimenti avveduti, sarebbero disposti ad aderire a un simile progetto alla condizione che lo stesso sia attuato dalla Politica in maniera che vi sia la massima trasparenza in ordine alla destinazione realmente e autenticamente solidale dei proventi del Contributo in proposta. Nello scorso mese di agosto, una indagine realizzata dal Boston Consulting Group ha certificato un dato di fatto: l’Italia si colloca al NON POSTO MONDIALE PER ENTITA’ DELLA RICCHEZZA FINANZIARIA, pari a oltre 5.300 miliardi di dollari, un valore pertanto più che doppio al confronto con il livello raggiunto dal debito pubblico nominale del Paese che, come più volte il nostro Partito ha ribadito con fondatezza scientifica rigorosa, non costituisce in sé un problema a meno che certi parametri europei non intendano renderlo, come sta avvenendo, tale. Tale ricchezza è destinata a crescere, ogni anno, in una forbice compresa tra un più uno e un più tre per cento. I milionari italiani, coloro cioè che risultano titolari di un patrimonio personale da un milione di dollari a salire, sono 400.000 e di essi, coloro che individualmente concentrano stock unitari minimi da 100 milioni di dollari, sono 1700. Ecco, la proposta di Unione Cattolica viene a calcolarsi nei confronti di una fascia mediana che corrisponde a una platea più numerosa di 1700 e meno numerosa di 400.000 Contribuenti. Ai quali, attraverso una proposta del tutto trasparente, seria e cristallina, sarà richiesto un contributo di sussidiarietà eccezionale per risolvere strutturalmente il problema della povertà materiale, e oramai alimentare, insorta per effetto della pandemia e della cessazione involontaria di moltissime attività di lavoro autonomo e dipendente. Un provvedimento che, a differenza della “sinistra” patrimoniale, non porterà al deprezzamento o alla svalutazione del Risparmio diffuso delle famiglie Italiane, ma al contrario contribuirà al rafforzamento della stabilità economica e finanziaria complessiva del Sistema Paese proprio grazie all’apporto che ne deriverà a vantaggio della tenuta e della ritrovata e rinnovata coesione sociale dello stesso. A fronte di 305.000 attività aziendali cessate, che avrebbero richiesto 300.000 euro ciascuna senza condizionalità per essere salvate e rilanciate, per un totale più ridotto dei 140 miliardi di euro – fra ristori, rilanci e Finanziaria 2021 – letteralmente dilapidati dal governo Conte 2 in inutili micro bonus che hanno finito con il depotenziare l’industria 4.0, il super eco bonus del 110% e il fondo di garanzia statale con preammortamento biennale, il contributo di sussidiarietà sarebbe uno dei pilastri della politica di Rinascita economica e morale del Paese, quello dedicato al superamento della piaga della impossibilità per molti, privati di tutto dagli otto mesi di lockdown grillopidini, addirittura privati della possibilità concreta di procurarsi il pane. L’altro fondamentale pilastro è quello di una netta ripresa dei finanziamenti agevolati per impedire che le imprese chiuse nel 2020 o quelle a rischio di chiusura nella prima parte del 2021 – che sono calcolate in altre centinaia di migliaia – possano finire nel calderone delle grandi centrali cooperative o delle sleali acquisizioni cinesi o malavitose, che poi in definitiva sono facce complementari di un’unica moneta cattiva. Unione Cattolica propone di anticipare da subito a gennaio 2021 i 55 miliardi che il MEF ha messo a bilancio nel periodo 2022-2023, per fare fronte alle insolvenze previste dalle aziende in crisi, e di conferirli con effetto immediato al Fondo di garanzia presso il Medio Credito Centrale, aggiungendo a questi ulteriori 45 miliardi ottenibili grazie alla definitiva cancellazione del reddito di finta cittadinanza e degli inutili micro bonus che cristallizzano e perpetuano la povertà anziché risolverla. Con una accresciuta dotazione di 100 miliardi in capo al Fondo gestito dal Medio Credito Centrale, sarà possibile attivare con il meccanismo del moltiplicatore creditizio con una liquidità diretta addizionale alle Piccole e Medie Imprese fino a 1200 miliardi di euro, il cui preammortamento biennale consentirà alle stesse di non incorrere nella letale tagliola derivante dalla controriforma europea del Default in vigore da questo Capodanno.