Lampedusa porto aperto

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Dopo sei giorni dal primo soccorso, gli 82 naufraghi a bordo della Ocean Viking presto sbarcheranno a Lampedusa. La decisione arriva dal governo, dopo un accordo raggiunto in sede europea secondo il quale degli 82 migranti, 58 verranno inviati in Stati dell’Unione europea, mentre di 24 si dovrà far carico l’Italia, anche se si attende una possibile adesione anche da parte dell’Irlanda. In particolare, Germania e Francia riceveranno 24 persone ciascuna, 8 il Portogallo e 2 il Lussemburgo.

La Ocean Viking non attraccherà nel porto di Lampedusa ma l’imbarcazione verrà raggiunta in rada da alcune motovedette della Guardia costiera e della Guardia di Finanza che faranno il trasbordo. Una decisione presa per evitare di creare eventuali problemi di operatività al porto di Lampedusa. La mossa del governo scatena l’ira del sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello: “””Se il nuovo ministro dell’Interno Lamorgese vuole continuare sulla stessa scia dell’ex ministro Salvini, noi siamo pronti ad alzare la voce e non sarà una voce di pace – scandisce all’Adnkronos – Accoglienti sì ma idioti no”.
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Una reazione simile a quella del leader della Lega, Matteo Salvini, che su Facebook non trattiene l’irritazione: “Eccoli, porti aperti senza limiti…”. E poi da Pontida torna all’attacco: “Ora che i porti sono aperti, care Ong, godeteveli questi porti, perché noi al governo ci torniamo e torneremo a difendere i confini come si fa in un paese normale”.

E mentre la notizia dell’assegnazione del porto sicuro viene accolta con plauso dal Pd, con il ministro Dario Franceschini che parla della “fine della propaganda di Salvini sulla pelle di disperati in mare”, dai Cinquestelle, frena Luigi Di Maio. “Il porto sicuro e’ stato assegnato a Ocean Viking solo perché l’Ue aderisce alla nostra richiesta di prendere gran parte dei migranti – spiega il ministro degli Esteri e leader del M5S -. Anche con il precedente governo l’obiettivo era di fare in modo che chi arrivava in Italia venisse ridistribuito in altri Paesi europei e che quei Paesi se ne facessero carico””. L’obiettivo, chiarisce, “restano gli investimenti nei paesi di provenienza e l’accordo sui rimpatri che va di pari passo con la cooperazione internazionale”.