Le donne e l’elezione a Colle sempre mancata

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palazzo FOTO DI © FABIO MAZZARELLA/SINTESI PALAZZO CHIGI, THE ITALIAN GOVERNMENT BUILDING

Camilla Cederna, Eleonora Moro e Ines Boffardi: sono state loro le prime donne a essere votate, seppure senza esito, durante uno scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica.

Pioniere involontarie in una corsa che si è svolta finora sempre tutta tra uomini, nonostante il refrain che precede ormai da anni ogni cambio di presidenza: “il paese ormai è maturo” si sente ripetere, anche in questa elezione un gruppo di intellettuali ha lanciato un appello per l’elezione di una donna. Ma il Parlamento non rispecchia il refrain.

Correva l’anno 1978, Giovanni Leone si era appena dimesso dopo l’infuriare della campagna di stampa dell’Espresso con articoli di Camilla Cederna sullo scandalo Lokeed e un mese e mezzo prima l’Italia aveva vissuto il dramma dell’assassinio di Aldo Moro per mano delle Br dopo 55 giorni di sequestro.

L’elezione avrebbe portato Sandro Pertini al Quirinale, dopo sedici scrutini, e alla prima votazione nell’urna comparvero 4 voti per la giornalista dell’Espresso, tre per Eleonora Moro, moglie dello statista Dc, due per la Boffardi, partigiana democristiana, prima donna nominata sottosegretario alla Presidenza della Repubblica. Il voto alla politica democristiana scatenò qualche risata nell’emiciclo e toccò a Sandro Pertini, che in quel momento era ancora Presidente della Camera, bacchettare i colleghi: “non c’è nulla da ridere, anche una donna può essere eletta”.

Alle elezioni successive, che in un solo scrutinio porteranno Francesco Cossiga al Quirinale, oltre a Camilla Cederna, raccolse tre voti anche Tina Anselmi, partigiana e politica Dc, prima donna ministro della Repubblica. Nel 1992 Tina Anselmi fu nuovamente votata, ottenendo fino a 19 voti.