LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE CHE INCASTRANO FONTANA

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Dall’analisi delle chat e dei messaggi contenuti nel telefono sequestrato ad Andrea Dini, l’amministratore delegato della Dama Spa e cognato del Governatore della Lombardia Attilio Fontana, emerge “l’intervento” del Presidente della Lombardia “nell’imporre la conversione della commessa in donazione”.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, il 25 maggio scorso Dini e sua sorella Roberta, nonché moglie del Presidente, si sono scambiati una serie di messaggi sul tema del tentato bonifico alla Dama spa di 250 mila euro, bloccato dall’antiriclaggio di Banca d’Italia, per risarcire il cognato del mancato introito di 50 mila camici donati ad Aria Spa, Bonifico che, per via della segnalazione alla Gdf di tale operazione ‘sospetta’, ha dato il via all’indagine.

Roberta scrive: “Mi chiama attilio (…) per chiedermi numero fattura perché ti ha fatto bonifico ma manca il numero della fattura”.

Il fratello le risponde: “Non va bene un bonifico tra privati. Digli di non farlo più. Fa più danni”. “Se chiami ti spiego”.

Poco meno di venti minuti dopo la moglie del Governatore scrive ancora: “Esatto è ovvio”- “Spero non l’abbia già fatto” e poco dopo aggiunge: “Andrea… ma come fa a sapere tue coordinate poi?”

La conversazione via chat va avanti e si conclude con Andrea Dini che dice: “Mette l’azienda nei casini. Calma e vedremo”.

Questa la politica di Fontana e della Lega fatta di accordi clientelari e scambio di denaro fra amici e parenti, a scapito delle aziende e dei cittadini onesti.

Siamo stufi, Fontana si dimetta e restituisca la Lombardia al buongoverno dei cittadini.

Cristian Romaniello