LE NETE E MOLINARI NARRATI DA GHISOLFI

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LE CANTRICI GEMELLE E I CANTORI DELLE LANGHE “VISTI DA VICINO”: LE NETE E MOLINARI NARRATI DA GHISOLFI

Cantrici gemelle e cantori di Langa: anche loro rientrano a pieno titolo nella rosa dei magnifici 75 “Visti da Vicino” di Beppe Ghisolfi che si appresta a debuttare nelle librerie (già in vetrina al mitico Ippogrifo di Cuneo) dopo il successo su Amazon e IBS.

Cantanti come le Nete, “le camiciaie di Trinità con le labbra a cuoricino” e con un repertorio canoro che dalle pianure fossanesi scalò via via le classifiche dell’auditel nazionalpopolare portando le Gemelle nelle grazie di Mamma Rai e di Renzo Arbore “al quale mi paragonavano”, ricorda Ghisolfi nel proprio best Sellers numero 5 edito da Aragno. L’Autore le conobbe per la prima volta negli anni della direzione di radio Fossano, su indicazione dell’indimenticato Meco Vissio conduttore del programma in lingua piemontese. “Il repertorio delle Mete (classe 1911) riguardava gli anni della gioventù, le guerre, la povertà (insomma tutto quello che fu antecedente al boom economico degli anni sessanta, ndr) ma erano straordinarie e piene di ironia”. Fu così che Ghisolfi decise di invitarle a Telecupole nel telegiornale “mentre Federico Viglione, brillante comico di Limone in arte Ocir, le inserì nel proprio programma musicale. Divennero famose e le notarono tutti”. Anche Carlin Petrini “che pensò bene di segnalarle a Renzo Arbore. E fu così che “Un bacio a mezzanotte” divenne la sigla di un celebre programma Rai”.

“Non esagero nel dire che mi adoravano – scrive Ghisolfi – mi chiamavano il “banbin” e più volte vennero a cena a casa mia a rallegrare le serate. Da giovani avevano avuto un fidanzato in comune ma avevano sempre rifiutato le proposte di matrimonio: si erano sposate con la musica”, con il banjo e con la chitarra dove allietavano le piazze e le feste di paese senza mai montarsi la testa.

Dalle cantanti dell’Italia pre-boom ai cantori della Langa il passo è breve, anzi immediato scorrendo le pagine che portano al compianto Raoul Molinari. “Lo incontrai a Telecupole dove si occupava di tutto e di più – premette Ghisolfi – (talvolta) arrivavo convinto di uscire con la troupe ma non era possibile. Apprendevo che si doveva annullare l’intervista con il sindaco di Torino Diego Novelli perché Raoul all’ultimo minuto era andato con la troupe nelle Langhe””. Langhe che “erano la sua vita” poiché Molinari era figlio del medico condotto di Mango e “tutte le sue conoscenze tornarono utili per la Trattoria dei Ricordi dove andavano ad esibirsi orchestrali, cantanti, nani e ballerine”. Un precursore dei social moderni, sottolinea Ghisolfi, “una grande fiera con protagonista il pubblico che veniva ripreso mentre cenava e ballava alla corte di Flipot e Rosina che tutti credevano marito moglie e che, al contrario, non si sopportavano”. Raoul Molinari, dopo alcuni anni, “si stufò e tornò nel suo paese di origine e proprio nelle Langhe – conclude Ghisolfi con una punta di malinconica commozione – avvenne il nostro ultimo incontro, al termine di un pranzo mentre attraversavo a piedi il centro storico e vidi Raoul dietro un banchetto da mercato. Si stava occupando dei cavalieri di Aleramo e raccoglieva i fondi per qualche strana iniziativa. Fu l’ultima volta che lo vidi, immerso nei suoi sogni come l’avevo incontrato vent’anni prima”.