Lo smart working non può essere un tabù

0
46

Tocca a noi. Nessuno nega il propagarsi di una pandemia che è evidente ma ognuno ha la propria ricetta per uscirne.

Comprensibile anche questo. Ho cercato di spiegare che qualunque restrizione sarebbe stata incomprensibile se nel mondo del lavoro non si prova a fare di tutto per remotizzare quelle attività che possono essere svolte anche a distanza. Un principio banale ma è necessario, alla luce di provvedimenti radicali, essere chiari su questo punto.

Il Movimento 5 stelle ha mantenuto la propria posizione: lo smart working sia nel pubblico che nel privato non può essere un tabù, si deve fare il massimo per evitare inutili spostamenti. Sono quindi soddisfatta del fatto che sia stato rimosso un blocco ideologico in tal senso, dettato da una incapacità strutturale nel gestire le complessità tecnologiche e organizzative del lavoro. È un primo passo importante che permette a tutti noi di avere gli strumenti necessari per contrastare l’eventuale aggravarsi della crisi. L’accelerazione della transizione digitale è una necessità sia per superare crisi come questa che per accelerare una ripresa nell’economia italiana.

Molto è stato scritto sui giornali ma il Movimento 5 stelle ha mantenuto una coerenza che difficilmente verrà raccontata con terzietà dalla carta stampata.

Abbiamo dato un contributo reale nei momenti di bisogno e non ci siamo mai sottratti all’onere di governare il Paese. Non dimentichiamo il percorso che ci ha portati qui e le tante innovazioni divenute realtà: dal bonus 110% al reddito di cittadinanza, dalla spinta al made in Italy al fondo innovazione, dallo SPID allo smart working stesso.