Lo stabilimento tessile «Magnoni & Tedeschi» di Cafasse (TO)

0
689

CAFASSE – La “Magnoni & Tedeschi” di Cafasse, ad onore del vero, ha definitivamente chiuso la produzione nel 1975, ma ha determinato per moltissimi anni il reddito delle famiglie locali, condizionando anche l’economia del territorio circostante. La fabbrica originaria (chiamata “Fabricàt“, fabbrichetta) nacque a cavallo del secolo, negli anni tra il 1895 ed il 1900 per iniziativa dei fratelli Novero provenienti da Nole Canavese.

Successivamente, il l° dicembre 1910, fu fondata in borgata Poma a Cafasse la «Tessitura meccanica» ad opera dei tre imprenditori Carlo Magnoni, Guglielmo Remmert e Baldassarre Novero. Tre anni dopo lo stabilimento tessile assunse il nome di «Magnoni, Mombelli, Tedeschi & C.» per l’ingresso dei nuovi soci Amedeo Tedeschi e Giovanni Mombelli. Con l’uscita di Mombelli, nel 1917, alla società fu dato il nome definitivo di «Magnoni & Tedeschi». Dai 300 dipendenti iniziali, raggiunse ben presto i 1500 occupati, richiamando operai da tutti i comuni vicini. Pochi ancora, rispetto al tessile di Venaria che nel 1930 contava 9 mila addetti, comunque già una grossa azienda per la zona. L’orario di lavoro “normale” era di l0 ore al giorno (anni ’50), nove al sabato e qualche volta anche alla domenica.

 Prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale, oltre allo stabilimento di Cafasse divennero operativi man mano anche altri luoghi di produzione: a Nole, Villanova, Caselle, Seregno (MI) e Bergamo. Questo incremento produttivo si rese necessario per la richiesta di forniture militari, oltre che per l’espansione del mercato del tessile.

Parallelamente il continuo sviluppo impose un ammodernamento delle apparecchiature e frequenti rinnovi tecnologici degli impianti a ciclo continuo, che comprendevano i principali reparti di filatura, tessitura, tintoria e finissaggio, con fibre sia naturali che artificiali. Il tutto, con produzioni di ottima qualità tanto per l’arredamento che per l’abbigliamento. Negli oltre 80 anni di presenza sul territorio, sono stati « …tutti concordi nell’attribuire al commendator Carlo Magnoni ed all’ingegnere Danilo, suo figlio, il grande merito di aver portato benessere nelle nostre famiglie che, a distanza di anni, ancora sono riconoscenti» come riporta Rinuccia Nipote nel suo libro (in due volumi) “Magnoni & Tedeschi e noi”, che contempla circa 190 interviste di ex dipendenti con testimonianze, curiosità, emozioni ed amori nati in questa azienda.

La proprietà infatti procurò alle sue maestranze non solo il lavoro, ma anche le case, e diffuse un grande progresso economico su tutto il territorio, favorendo pure l’apertura di industrie minori. Tra le altre cose, quando i pozzi dell’acqua non furono più sufficienti, fu decisa la costruzione dell’Acquedotto Consortile, che parte da via Mathi (verso Stura) e con apposite pompe manda l’acqua anche in collina, nella frazione Monasterolo. 

Successivamente ai problemi generali del mercato tessile italiano, europeo e mondiale, sorsero molte difficoltà che lentamente – non senza aver cercato comunque di superarle – misero in sofferenza gli stabilimenti che cessarono le attività appunto nel 1975. Tra le tante autorità e personaggi famosi che giunsero in stabilimento si ricorda la visita dell’ultimo re d’Italia, Umberto II di Savoia, detto «Re di Maggio», nel 1928.

Riferimenti della ricerca e della foto qui pubblicata:

Nepote, Rinuccia – Magnoni & Tedeschi e noi” – Torino, Scuola Grafica Salesiana, 2002;

Fornelli, canonico Giuseppe – “Cafasse” – Pinerolo, Alzani, 1972;

Chiarle, Giancarlo – “Novecento nel villaggio” – Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2004;

Coletti, Luciano – articolo sulla rivista “Punto d’incontro”, 2000.

Franco Cortese  Notizie in un click