L’unità di misura

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“Andavo a cento all’ora per trovar la bimba mia”, cantava Morandi nel lontano 1962. Morandi all’epoca era diciottenne e quella era la prima canzone lanciata da lui, seguita a breve da “Fatti mandare dalla mamma”

Visto che Morandi era nato in provincia di Bologna, e che il comune di Cento si trova nella medesima regione, in provincia di Ferrara, per fare una battuta enigmistica, si potrebbe storpiare la sua frase in “Andavo a Cento, allora…”. Chiedo scusa, ma gli enigmisti devono sempre stare all’erta, ed accorgersi subito se una parola si presta ad un doppio senso.

Ma torniamo alla canzone, e notiamo che Morandi ha sottinteso il termine “chilometri”, infatti andava a “cento chilometri all’ora”, ma non c’era bisogno del termine perché si intuisce bene ugualmente.

È utile invece chiarire l’unità di misura ad esempio se parliamo di temperature con un amico che abita negli USA: se ci dice che da loro ci sono 23 gradi, non dobbiamo rispondere con frasi di invidia, poiché quel numero non indica la temperatura mite che può sembrare a noi, ma indica 5 gradi sotto zero. Infatti negli USA si adopera la scala Fahrenheit, mentre da noi quella Celsius, e 23 °F = -5 °C.

Certo, non bisogna esagerare con la pignoleria: lo sappiamo tutti che un segnale stradale con il numero 50 indica che il limite di velocità è 50 km/h e non 50 metri al secondo, anche se l’unità di misura del tempo standard è il secondo e quella di lunghezza è il metro. Chiarisco che 50 m/s equivale a 180 km/h.

A parte gli scherzi, usare l’unità di misura corretta non deve essere un dato marginale, perché altrimenti possono succedere anche cose spiacevoli. Ho visto in una puntata di Indagini ad alta quota che la ricostruzione della caduta di un aereo sembra aver portato alla conclusione che il rifornimento di benzina era stato eseguito correttamente, ma la misura indicava il numero di galloni da riempire, mentre chi ha rifornito ha versato quello stesso numero di litri di carburante, con la disastrosa caduta dell’aereo, rimasto a secco.

Certo, pochi di noi si troveranno in situazioni simili, ma… non si sa mai, meglio chiarire l’unità di misura, come facevamo noi, durante il periodo di doppia circolazione di denaro, e chiarivamo se si parlava di lire o di euro.

Giorgio Dendi