Madonna Litta: il capolavoro torna da San Pietroburgo a “casa” dopo 30 anni”

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In occasione del 500° Anniversario dalla morte di Leonardo Da Vinci torna finalmente “a casa” La Madonna Litta – il celebre dipinto del prestigioso Ermitage, fra i massimi capolavori del museo nazionale russo, attribuito al genio del Rinascimento.

Il capolavoro, che si potrà ammirare al Museo Poldi Pezzoli fino al 10 febbraio 2020, fu realizzato nel capoluogo lombardo nel 1490 e nell’800 era l’opera più rinomata di una delle più importanti collezioni di opere d’arte milanesi, quella dei duchi Litta da cui il museo pietroburghese l’acquistò nel 1865. E ora, nel 2019, il prezioso dipinto spicca sulla parete scura di una sala iperprotettiva e super blindata.

L’arrivo della Madonna Litta, per la prima volta dal 1990, è stato reso possibile grazie alla collaborazione del Poldi Pezzoli con l’Ermitage, all’impegno della Fondazione Branco e al sostegno finanziario della banca russa VTB.

Insieme alla Madonna Litta è stato presentato un nucleo selezionatissimo di opere – una ventina tra dipinti e disegni di raffinata qualità – provenienti dalle collezioni pubbliche e private, eseguiti da Leonardo e dai suoi allievi più vicini: da Giovanni Antonio Boltraffio a Marco d’Oggiono, dall’ancora misterioso Maestro della Pala Sforzesca a Francesco Napoletano. Però il capolavoro dell’Ermitage sarà l’unico prestito che verrà esposto nell’anno delle celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo. Come mai altri grandi musei internazionali non partecipano a questa iniziativa culturale di grandissimo rilievo? Per parlarne Sputnik Italia ha raggiunto la Direttrice del Museo Poldi Pezzoli Annalisa Zanni.

– Dott.ssa Zanni, La Madonna Litta, che sarà senz’altro la protagonista indiscussa dell’esposizione, è strettamente legata alla città di sua nascita, Milano. Che importanza ha questa mostra per il capoluogo lombardo? Sarà sicuramente un bel regalo ai milanesi e ai turisti che magari non avevano ancora avuto l’opportunità di andare in Russia per vederla coi propri occhi?

– La Madonna Litta è molto importante per Milano perché ritorna nella città dov’è stata realizzata alla fine del quattrocento nell’atelier di Leonardo, presso la corte di Ludovico il Moro. Il capolavoro ritorna nel luogo dov’è nata e nel luogo dove a lungo è stata conservata, amata e acquisita. Dal 1784 al 1815 era nella collezione di Alberico XII Barbiano di Belgioioso d’Este. E successivamente La Madonna Litta è stata acquisita dall’esecutore testamentario dello stesso Alberico XII, Conte Antonio Litta. Nel 1865 Antonio Litta la vendette allo zar Alessandro II di Russia. Inizialmente l’opera venne posta a Mosca per poi passare all’Ermitage che decise di esporla solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Milano l’ha vista ultima volta 30 anni fa, sempre grazie alla collaborazione molto importante con l’Ermitage in occasione di una mostra a Palazzo Reale, perché Milano e Leningrado (oggi San Pietroburgo) sono città gemellate. Sono certa che per i milanesi e per tutti gli ammiratori di Leonardo si tratta senz’altro di ritrovare un capolavoro!

– Il celebre dipinto è l’unico prestito che verrà esposto nell’anno delle celebrazioni dei 500 anni dalla morte del genio del Rinascimento. Come mai? Perché, a Suo avviso, solo l’Ermitage ha espresso la volontà di partecipare e altri musei, come Louvre, non hanno dato il loro contributo?

– Il discorso è che quest’anno Milano ha scelto soprattutto di valorizzare i propri capolavori. Per esempio, Castello Sforzesco ha allestito una mostra nella Sala delle Asse , l’Ambrosiana ha esposto una serie di fogli del codice Atlantico di Leonardo, la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale ha esposto l’arazzo restaurato con il Cenacolo e che fu realizzato per il Re di Francia agli inizi del Cinquecento.

Inoltre una esposizione su Leonardo è stata già realizzata poco tempo fa, nel 2014 – durante l’Expo di Milano la Francia ha prestato a noi tre opere di Leonardo. Questa volta invece non si poteva nemmeno chiedere al Louvre altre opere in prestito perché i francesi hanno deciso di dedicare una loro mostra al 500° anniversario di Leonardo.

– Comunque perché la vostra scelta è ricaduta proprio sulla Madonna Litta dell’l’Ermitage? Immagino che è dovuto maggiormente ai vostri stretti rapporti con il museo nazionale russo…

– Il nostro obiettivo principale era di valorizzare le opere di Leonardo. Nel 2018 abbiamo prestato all’Ermitage il nostro dipinto di Piero della Francesca “San Nicola da Tolentino” per l’eccezionale mostra su questo grande pittore. A quel punto c’è stata l’opportunità, molto generosamente condivisa dai nostri colleghi russi, di poter prestare da loro La Madonna Litta in occasione del 500-esimo anniversario del genio rinascimentale e presentarla nel nostro Museo che ospita delle collezioni importanti legate ai personaggi che hanno lavorato accanto a Leonardo.

– La Madonna Litta è un dipinto a tempera su tavola (42×33 centimetri) che viene attribuito a Leonardo Da Vinci, ma tra gli storici dell’arte non c’è non c’è ancora univocità di interpretazioni sulla sua origine. Quale ipotesi sulla paternità del capolavoro domina in questo momento? Quante pennellate ci sono di Leonardo nel capolavoro? Avete fatto qualche test aggiuntivo prima di esporre il dipinto?

– Direi che la Madonna Litta è talmente bella che discorso della sua paternità non è cosi indispensabile. Leonardo era capo della sua bottega. Nel suo atelier lavoravo contemporaneamente moltissimi artisti che copiavano le opere di Leonardo e le firmavano con l’autorizzazione di Leonardo. Come è possibile stabilire tutti i passaggi che ha fatto il dipinto?

Nel corso dell’ultimo centenario ci sono state fatte tante ipotesi. Per cui, a mio avviso, è molto importante valorizzare qualità sublime di una opera, che solo un’artista eccezionale può realizzare, ed avere l’opportunità di confrontarla con altri grandi artisti che operavano in quel periodo.

Da parte nostra abbiamo fatto numerose indagini diagnostiche, che sono stati resi disponibili, pure l’Ermitage ci ha dato alcune radiografie e indagine realizzate dai loro esperti. Alla fine della mostra faremo una tavola rotonda, dove inviteremmo degli esperti-leonardisti e continueremo a discutere, quello che facciamo oramai da 100 anni e probabilmente continueremo a farlo. Per cui sono convinta che alla fine vince sempre la bellezza sublime e non il nome!

– L’Ermitage è uno dei musei più amati e più visitati nel mondo che ha una vasta esperienza nell’ambito della conservazione e della valorizzazione del patrimonio culturale mondiale. Pensate di continuare la vostra collaborazione e realizzare qualche altro progetto culturale congiunto?

– Io credo che la nostra collaborazione potrà senz’altro continuare. Noi avevamo già prestato delle nostre opere in occasione di una mostra che la Comune di Milano aveva organizzato presso l’Ermitage. Abbiamo sempre avuto degli ottimi rapporti con i curatori russi. In questi ultimi due anni abbiamo lavorato molto bene insieme e siamo riusciti ad arrivare ad un ottimo esito. Penso che questa mostra ci abbia dato una bella possibilità di conoscerci ancora meglio e di poter proseguire e allargare la nostra collaborazione.