Mancano risorse per Istruzione, Università e Ricerca

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Nella legge finanziaria non ci sono risorse sufficienti per una significativa rivalutazione dei trattamenti retributivi del comparto istruzione e ricerca, così come rimane ampiamente sotto la media Ocse il livello complessivo di investimento in istruzione e ricerca. Per queste ragioni i sindacati del comparto istruzione e ricerca (Flc Cgil, Cisl Fsur, Uil Scuola Rua, Snals Confsal, Gilda Unams) sono pronti a mobilitarsi e riuniranno i propri direttivi unitari a Roma, al teatro Quirino, già il prossimo mercoledì 20 novembre. L’annuncio della mobilitazione è arrivato dopo il confronto con il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che gli stessi sindacati avevano sollecitato sui contenuti della legge di bilancio e sui riflessi che questi hanno su questioni diverse, a partire da quella del rinnovo del contratto nazionale di lavoro.

Al ministro è stata anche ribadita l’urgenza di avviare il previsto confronto sui contenuti del disegno di legge collegato in materia di abilitazioni del personale docente, preciso impegno assunto nell’intesa del 1° ottobre per completare il quadro delle misure contenute nel decreto 126/2019, anch’esse peraltro da integrare e migliorare in sede di conversione.

“Il ministro – riferiscono in una nota i sindacati – confermando la volontà di continuare a sostenere con molta determinazione anche all’interno della compagine di governo, scelte che assumano i settori della conoscenza come ambito prioritario di una forte politica di investimento, ha assicurato il massimo impegno anche al fine di reperire ulteriori risorse nell’ambito delle decisioni che potranno scaturire dal dibattito in sede parlamentare”. Fioramonti, inoltre, si è detto “impegnato a mantenere attraverso l’Amministrazione un rapporto costante di confronto con le organizzazioni sindacali”.

I segretari generali hanno preso atto della “volontà di una positiva gestione degli aspetti propedeutici al rinnovo contrattuale. Negoziato che può essere aperto solo se ci saranno risorse sufficienti per un incremento retributivo a tre cifre”. A questo proposito, saranno messe in campo “forme di pressione e mobilitazione, al fine di indurre il Governo a fare scelte in discontinuità rispetto alle politiche relative all’Istruzione, all’Università e alla Ricerca. Misure che andranno caratterizzate per scelte di investimento e di rilancio della scuola di questo paese”.