Marcucci: “Al momento escludo che Forza Italia entri in maggioranza”

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Presidente, nella maggioranza non ci si annoia. Il nuovo casus belli sono state le parole del magistrato Nino di Matteo. Bonafede dovrebbe chiarire in Aula?
Le parole di Di Matteo sono oggettivamente molto più inquietanti di quelle usate dal guardasigilli. Da un membro del Csm ci si aspetterebbe la scelta di luoghi più consoni per rivelare le sue verità. Poi, che sulla intera vicenda ci sia bisogno di fare chiarezza in Parlamento non c’è dubbio. Dall’idea che mi sono fatto, però, il guardasigilli è la parte lesa: il sospetto non può mai diventare l’anticamera della verità.
Nei giorni scorsi, però, l’uscita del ministro dell’Istruzione Azzolina vi ha fatto arrabbiare. Tutto rientrato dopo il suo chiarimento?
Il ministro Azzolina non ha ancora ben capito che siede in un governo di coalizione. Spero che il capo delegazione del M5s lavori per farglielo comprendere.
La fase due sta creando fibrillazioni nella maggioranza. E il decreto ex aprile ancora non è pronto. Qual è il pomo della discordia?
Parliamo di 55 miliardi, l’intervento più poderoso nella storia della Repubblica, trovo naturale che il governo si attardi per studiare le misure fin nei minimi dettagli. Il confronto sui numeri in una coalizione deve essere, ed è, una cosa normale. Solo le dittature evitano le fibrillazioni. Il ministro Gualtieri ha specificato che sono previsti anche contributi a fondo perduto a sostegno della capitalizzazione, degli investimenti e dell’innovazione.
Visti i ritardi accumulati, il passaggio in Parlamento sarà quasi una mera formalità. Le Aule rischiano di essere ancora una volta esautorate. Serve un cambio di passo?
Non credo proprio, il Parlamento si ritaglierà il suo ruolo e lavorerà per migliorare il decreto. Mi auguro anche con un ruolo più propositivo delle opposizioni. Ripeto: non penso che maggioranza e opposizioni debbano dire la stessa cosa, ma concordare sull’iter dei provvedimenti e sulla metodologia del confronto. Sono e resto un liberale, la confusione dei ruoli non mi piace.
Ad accendere un po’ il Parlamento ci ha pensato la Lega con l’occupazione notturna, non le pare?
A caldo, quella notte l’ho definita una pagliacciata. Dopo alcuni giorni le confermo quel giudizio, peraltro condiviso anche da Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Oggi parte ufficialmente la fase due. Si poteva fare di più a suo avviso?
Si può fare di più in ogni situazione, certo. Il governo ha corretto una impostazione che, evidentemente, non andava bene in alcune parti. Ora si va verso una progressiva apertura nelle Regioni. La logica deve essere: meno contagi-più servizi, più contagi-meno servizi. Procedere con la giusta cautela mi pare che sia una direzione di marcia molto diffusa in tutta Europa. E io aggiungo che è una giusta direzione di marcia. In un sistema economico così traballante, nuovi lockdown sarebbero letali.
Non ritiene che ricorrere troppo alle task force abbia rallentato l’azione dell’esecutivo?
Penso che alla fine sia sempre prevalsa la volontà politica. Le task force offrono indicazioni, consigli, dati, ma poi è il governo che decide.
Renzi è stato molto critico sull’organizzazione della fase due. C’è il rischio che esca dalla maggioranza?
Prendo atto delle parole dello stesso Renzi, che ha fatto delle proposte e non ha mandato formalmente degli avvisi di sfratto. Sulla questione dei Dpcm, ad esempio, mi sembra che ci sia stato un ampio fronte di critici, anche nel Pd.
Sul fronte delle opposizioni, Forza Italia si è distinta come partito più dialogante. Una nuova maggioranza che replichi il modello del governo Letta la escluderebbe?
Anche in questo caso mi rifaccio alle parole di Tajani e dello stesso Berlusconi. Forza Italia non vuole entrare in maggioranza. A mio giudizio, Berlusconi ha interpretato, come avrebbe dovuto fare tutta l’opposizione, l’emergenza con grande senso di responsabilità e correttezza istituzionale.
All’epoca Pd e Pdl fecero un tratto di strada insieme, ma oggi c’è il M5s. Se si profilasse un rimpasto con FI dentro i Cinque stelle più “governisti” accetterebbero?
Al momento escludo che Forza Italia entri in maggioranza. In ogni caso, non prevedo il futuro. Adesso per la nostra democrazia sarebbe un bel successo avere una opposizione che abbia a cuore il futuro del Paese e non pensi solo ai sondaggi che, peraltro, sono in calo.
Una delle prove più difficili di tenuta della maggioranza sarà sulla linea da tenere con l’Europa. Come finirà sul Mes, viste le distanze tra voi e il Movimento?
Mi affido al principio di realtà. Una volta studiato ogni minimo dettaglio e verificata l’assoluta mancanza di condizionalità, rinunciare a 37 miliardi per la sanità, non sarà facilissimo per nessuno.