Meloni all’attacco di chi parla di “Mes light”: “mentono agli italiani”

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Prendendo spunto da alcuni passaggi dell’intervista al Corriere della Sera del direttore generale del Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) Klaus Regling, Giorgia Meloni ha avvertito che solo per un anno l’Italia sarà libera dalla condizionalità di questo strumento di credito, dopodichè potrebbero arrivare la Troika e condizioni rigide.

La leader di Fratelli d’Italia (FdI), seconda forza politica del centrodestra di orientamento conservatore e sovranista, Giorgia Meloni è intervenuta per ribadire la contrarietà all’utilizzo del Mes per ottenere linee di credito dall’Europa per affrontare le conseguenze deleterie socio-economiche provocate dalla pandemia di coronavirus.

In particolare la leader di FdI se la prende contro quelli che sostengono che l’utilizzo del Mes per gli aiuti anti-COVID-19 non sia paragonabile con quello che di solito offre e impone questo strumento. Per sostenere il suo ragionamento fa riferimento ad un’intervista del direttore del Mes Klaus Regling al Corriere della Sera.

“MES light? Solo per un anno, poi arrivano le condizioni rigide (e forse la Troika). Chi lo dice? Il numero 1 del MES in persona. Oggi sul Corriere della Sera Klaus Regling, direttore del MES, conferma quello che abbiamo denunciato in queste settimane: “La condizionalità concordata all’inizio non cambierà durante il periodo nel quale la linea di credito è disponibile”. Poco sotto dice che sarà disponibile per un anno. Il che vuol dire che dopo un anno, mentre saremo impegnati a restituire i soldi al MES, scatteranno le rigide condizionalità”, scrive la Meloni su Facebook.

Infine conclude il post sostenendo che “ci attirano nella trappola per topi e tra un anno scatta la tagliola. Chi racconta la favola del “MES light” sta mentendo agli italiani”.

Il prossimo 23 aprile i leader dei Paesi membri della Ue prenderanno parte in videoconferenza al Consiglio Europeo per decidere sull’accordo trovato dall’Eurogruppo su Mes Fondo Salva Stati, BEI e SURE ed eurobond, così come sul voto dell’Europarlamento in materia.