Mezze misure

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draghi

Finora non c’è stato bisogno di dire tutto al popolo, i governi di tutti i paesi e di tutte le risme si sono fatti gli affari propri all’oscuro della gente.

Che questi governi fossero legittimi (eletti secondo le regole democratiche) o il risultato di trame di palazzo, non fregava niente a nessuno. Essi rubavano incontrastati, favoriti da opposizioni foraggiate con lauti stipendi e con adeguate prebende, osannati dalla stampa servile che, se mancava di univocità, assicurava una confusione adeguata in cui affogare il senso comune.

Poi arrivò il virus. Arrivò l’unica occasione in cui le nostre società ebbero bisogno di un obiettivo comune. I ladri e i derubati si potevano infettare allo stesso modo, svelando che il covid era più democratico e più universale del denaro. Sono sorti allora i veri problemi della Democrazia: le contraddizioni per molto tempo sotterrate sotto una montagna di menzogne sono riapparse violente come il contagio. E’ venuto fuori un campionario assortito di stupidi che prima erano tenuti in alta considerazione per onore di cittadinanza, e invece ciò che doveva essere il sale stesso della democrazia si è dimostrato l’ostacolo più serio alla volontà generale e al bene comune.

In questo guazzabuglio pandemico il vecchio scontro tra libertà e giustizia ha annesso anche quello tra libertà e opportunità. I governi che dipendevano dalle fortune elettorali si sono distinti con provvedimenti annacquati, mezze misure, o addirittura superando in idiozia il proprio elettorato. Siccome attraverso i provvedimenti sanitari è stato più difficile rubare, le opposizioni si sono sentite libere di contestare, la stampa felice di avere un argomento di cui parlare a dismisura. Ma può capitare di perdere la pazienza. Può capitare che alla fine del proprio mandato, quando non pensa più di farsi eleggere (e di sicuro non qui in Italia), un capo di Stato dica a una parte dei propri elettori: “Voglio farli infuriare. Irresponsabili, non sono più dei cittadini”. Già! può capitare di dire la verità senza più il ricatto elettorale.

Può capitare che tra tante misure serve delle maggioranze, ma nemiche dell’opportunità e del bene comune, si affacci, persino in Italia, l’obbligo vaccinale. E allora il PD lo vuole, la Lega solo da una certa età, il M5S è diviso tra vaccinisti e non, tra libertari e statalisti, gli altri indugiano tra gli estremi o parlano d’altro. Può capitare, ma se un potere è abusivo è anche incapace di dispiacere alla gente.

Così la verità, la scienza, o solo l’opportunità, si stabiliscono ad alzata di mano secondo l’interesse dominante. Una cosa fifty fifty, over 50. E l’altro 50? Eh, quell’altro lavora, l’altro è un elettorato meno fedele, più pericoloso. E poi c’è il rispetto della legge, che segue lo stesso metodo. Se sei un coso qualsiasi la devi rispettare, se sei indispensabile per gli Open allora ti si fa una deroga. Peccato che la burocrazia australiana non sia esattamente come la nostra, quella sembra che abbia ancora qualche anticorpo vitale.

Giuseppe Di Maio