Millesettecento pecore in transumanza attraverso le vie cittadine, la realtà di un mondo contadino

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ROBASSOMERO – Un insolito e caratteristico corteo di circa millesettecento pecore – non ne avevamo mai viste tante in una sola volta – è transitato nelle settimane passate da Robassomero, ma in pochi lo hanno visto poiché dopo aver attraversato una parte del paese ha costeggiato il lungo Stura fino quasi a Borgaro

E’ stato uno spettacolo inconsueto e bello; dalle 13,40 alle 13,50 – senza alcun rischio di addormentarsi … – le abbiamo viste sfilare ordinate, ben guidate da due sornioni e vigili cani (uno con la museruola) e tre pastori. Ai più attenti e curiosi non saranno sfuggiti i 4 teneri agnellini forse appena nati ed ancora non in grado di camminare cullati nelle tasche dei basti posti a dorso dei tre muli (o erano tre asini? La vita cittadina e gli inconsueti spettacoli agresti non ci hanno aiutato in questi fanciul1eschi ricordi), che rendevano ancor più gradevole, in questa atmosfera pre-natalizia, la bucolica transumanza.

Il simpatico “gruppone” giungeva da Fiano, forse proveniente dalle montagne sovrastanti Vallo e Varisella, probabilmente per ritornare a svernare nelle stalle delle cascine poste nell’area intorno a Caselle e Borgaro, dove attraverseranno il fiume in questa stagione quasi a secco. Doveva trattarsi di gente del posto perché hanno poi imboccato la stradina, normalmente chiusa al traffico, che costeggia il lungo Stura nei pressi dello stabilimento Eni.

E’ difficile descrivere le emozioni suscitate da questi eventi, perché bisognava essere là ad osservare quel bianco e composto corteo. Poi, magari, i tre pastori erano stanchi, gli animali affamati ed infreddoliti in quanto il loro lanuginoso pelo non era ancora del tutto cresciuto dopo l’ultima tosatura; poi, forse, la strada da fare a piedi sarà stata ancora tanta e la mente di quei “buon pastori” in altre faccende affaccendata per curarsi di noi. Ciononostante hanno comunque, seppur frettolosamente, risposto alle nostre poche domande frutto di curiosità ed hanno compreso gli stati d’animo suscitati con il loro passaggio.

Sono anche venute in mente, per inconscio automatismo, tante cose; la pecora Dolly, che come è noto è stata la prima ad essere clonata, quelle dei tanti presepi in questi giorni in allestimento o costruzione, il magnifico latte ed i suoi derivati, tra cui il mitico formaggio pecorino, le ancor più mitiche costolette alla brace (ci scusino gli animalisti e i vegetariani), e la mitezza del loro carattere e comportamento.

Il pensiero è subito dopo corso, per analogia, agli uomini ed al loro comportamento. Proprio in quel momento tutte le pecore sono passate e sulla stradina non asfaltata nel sotto ripa di Robassomero allo splendido mantello nevoso è subentrato solo il fango di sempre.

Franco Cortese   Notizie in un click