Modigliani, il livornese nato artisticamente a Parigi, torna a casa

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La pittura inconfondibile di Amedeo Modigliani parla francese ma anche labronico. I suoi inconfondibili ritratti dai colli lunghi e gli occhi a volte vacui, le figure affusolate, sono infatti nati nel fermento parigino di Montmartre, all’inizio del secolo breve, ma hanno conservato uno stile unico: un tratto distintivo, come fosse geneticamente determinato che, a un secolo dalla sua scomparsa, viene celebrato ora nella sua città natale, Livorno.

“È una mostra molto importante anche perché si trova a Livorno, città natale di Amedeo Modigliani, a 100 anni dalla morte del pittore, che divenne definitivamente famoso quando si trasferì a Parigi, capitale del Novecento”, spiega Sergio Risaliti, storico dell’arte e co-curatore della mostra.

Sino al 16 febbraio 2020 il Museo della città di Livorno ospiterà la mostra “Modigliani e l’avventura di Montparnasse”: il progetto espositivo – promosso dal Comune di Livorno insieme all’Istituto Restellini di Parigi con la partecipazione della Fondazione Livorno – propone 26 capolavori dell’artista, quasi sconosciuti al pubblico, insieme alle opere dei collezionisti Netter e Aleksandre, che hanno accompagnato e sostenuto Modigliani lungo la sua breve vita.

Dice il co-curatore Marc Restellini: “Qui c’è una collezione che contiene i principali artisti che hanno frequentato, conosciuto e vissuto a Montparnasse (con Modigliani). Dunque, avete qui la collezione dei fondatori dell’ “École de Paris”.

Una mostra speciale, insomma, con le opere più iconiche di Modigliani, affiancate da quelle di altri artisti a lui strettamente legati: circa 100 altri capolavori, raccolti da Jonas Netter, tra cui le opere di Chaïm Soutine, Maurice Utrillo, Suzanne Valadon e Andrè Derain.