Nell’ambito della Presidenza italiana del G20

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Su iniziativa del presidente del consiglio Mario Draghi prende il via oggi il vertice sull’ #Afghanistan cui quasi tutti i Paesi parteciperanno a livello di capi di Stato e di governo.

L’obiettivo è quello di individuare linee di azione comuni da applicare a livello bilaterale o multilaterale.
I talebani, com’era prevedibile, hanno già tradito tutte le “promesse” fatte, in particolare quelle sui diritti delle #donne.
Oggi si parlerà di questo ma anche di altri due temi dei quali è necessario occuparci, l’#aiutoumanitario e la #lottaalterrorismo.
I talebani hanno bisogno di due cose: riconoscimento internazionale, investimenti e aiuti, e aggiungerei, hanno anche loro bisogno di difendersi dallo Stato Islamico Khorasan, per esempio.
La #Diplomazia internazionale dovrà essere capace di trasformare i #bisogni dei talebani in #diritti per coloro che li stanno perdendo. D’altra parte è anche nostro interesse, al di là della necessaria vicinanza umanitaria, fare in modo che la popolazione afghana non sia ridotta alla fame.
E’ interesse di tutti evitare migrazioni di massa che diventino destabilizzanti per i paesi vicini e un possibile veicolo per il terrorismo.
Il paese sta affrontando una grande crisi economica con un sistema bancario al collasso, dove le sole operazioni che avvengono sono ritiri di denaro, peraltro contingentati. Gran parte delle riserve Afghane sono congelate presso la Federal Bank di New York, dove erano conservate e sia il Fondo Monetario Internazionale che la Banca mondiale hanno bloccato prestiti e finanziamenti di progetti.
Già prima della salita al governo dei talebani, il 15, 47% della popolazione afghana viveva in povertà, con un terzo che sopravviveva con 1,90 $ al giorno.
Oggi i prezzi per farina o riso e carburante aumentano, i salari pubblici non sono pagati da luglio e le opportunità di lavoro sono praticamente inesistenti. Una situazione esplosiva che è nostro interesse, arginare, ma tentando di vincolare ogni singolo aiuto o investimento ad un percorso di rispetto dei diritti umani.
Aggiungo che l’Italia deve riuscire a portare in salvo tutti i nostri ex collaboratori. Non è solo una questione di #dignità e #responsabilità del nostro Paese e non è solo un intervento umanitario. Dare la possibilità a tanti giovani che parlano la nostra lingua di continuare a studiare significa far crescere quella classe dirigente che un giorno potrà veramente invertire la rotta dell’Afghanistan, per non parlare poi del contributo che potrebbero dre alla nostra sicurezza