Nunzio Alfredo D’Angieri

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Gli amici lo chiamano Pupi. È un per­sonaggio misterioso e ricchissimo. Prota­gonista del jet-set mondiale ha lavorato per Arafat e frequenta l’entourage di Pu­tin e della regina Elisabetta. Ambasciatore del Belize vive tra Roma e Milano con una bellissima moglie e due figli. Spesso i media, primo fra tutti Dago­spia, gli attribuiscono avventure e flirt che lui tiepidamente smentisce.
Ogni tanto organizza pranzi per i po­veri sulla scia degli insegnamenti di Papa Francesco di cui è un grande estimatore. Possiede trentacinque Rolls Royce e guida personalmente l’auto con accanto autista e guardia del corpo. Il figlio Stefan John Charles, Ambasciatore in Vaticano, non passa mai inosservato e se lo contendono le più belle ragazze della terra. A parte il suo intrigante aspetto fisico, credo sia un partito tra i più desiderati al mondo. Sicuramente lo stile di vita di Pupi è ini­mitabile e fiabesco.
L’ho conosciuto in treno mentre anda­vo a Roma. Mi colpirono le sue calze rosse e una dialettica fuori dal comune. Quando Alessio Ghisolfi, avvocato emergente, mi premiò per l’impegno a favore dei consumatori nel salone d’ono­re del municipio di Cuneo, con mia gran­de sorpresa, l’Ambasciatore D’Angieri mi onorò della sua presenza ed mi elogiò in pubblico. Il salone straripava di gente e molti, non trovando posto, si erano sistemati sullo scalone. Neanche per Sandro Pertini, mi disse un usciere, venne una simile folla.
Un giorno ero seduto in macchina ac­canto a Sua Eccellenza che guidava una Bentley. Eravamo scortati. Ad un certo punto un poliziotto mi chiese con deferenza quale percorso intendessi fare. Mi aveva scambiato per l’Ambasciatore. A stare con Pupi può succedere di tutto e, come recita Gigi Marzullo, puoi con­ fondere la realtà con i sogni