Nuova Imu, ecco che cosa devono aspettarsi i proprietari di casa

0
49

Nel dettaglio, viene previsto che per le cosiddette abitazioni di lusso, classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 o A/9 e adibite ad abitazione principale, seppure l’aliquota di base è pari allo 0,5 per cento il comune può aumentarla solo di 0,1 punti percentuali; per cui l’aliquota massima per tali immobili è pari allo 0,6 per cento. La sostanziale innovazione risiede, invece, nella circostanza che i comuni possono annullare completamente, con apposita delibera del consiglio comunale, l’imposizione di tale fattispecie.

Per i fabbricati rurali a uso strumentale, l’aliquota di base della nuova Imu è pari allo 0,1 per cento e i comuni possono solo ridurla fino all’azzeramento. La disciplina per la quantificazione dl tributo per i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati, prevede che, fino all’anno 2021, l’aliquota di base è pari allo 0,1 per cento, con facoltà di aumento fino allo 0,25 per cento o di diminuzione fino all’azzeramento da parte degli enti locali. A decorrere dal 1° gennaio 2022, invece, gli stessi fabbricati sono esenti dall’Imu. In definitiva la nuova disciplina recepisce le disposizioni agevolative vigenti per questi immobili in materia di Tasi.

Per i terreni agricoli, l’aliquota di base è fissata nella misura dello 0,76 per cento e i comuni, con deliberazione del consiglio comunale, possono aumentarla sino allo 1,06 per cento o diminuirla fino all’azzeramento. Anche per gli immobili a uso produttivo classificati nel gruppo catastale D, l’aliquota di base dello 0,86 per cento non è suscettibile di aumentare la pressione fiscale in quanto, nel precisare che la quota pari allo 0,76 per cento è comunque riservata allo Stato, stabilisce che i comuni, con deliberazione del consiglio comunale, possono manovrare detta aliquota aumentandola fino allo 1,06 per cento o diminuendola fino al limite dello 0,76 per cento.

Per gli immobili diversi dall’abitazione principale l’aliquota di base è pari allo 0,86 per cento. Anche in questo caso gli enti impositori possono aumentare la nuova Imu sino allo 1,06 per cento e quindi mantenendo, come sempre, invariata la pressione fiscale o diminuirla fino all’azzeramento.