Papa Francesco: le diseguaglianze frutto di un’economia malata

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MONDO Vaticano Papa Francesco: le diseguaglianze frutto di un’economia malata Intervista a Carlo Petrini: “Siamo in presenza di tre crisi che non sono affatto risolte: l’economica, climatica e pandemica” Tweet di Roberto Montoya 23 settembre 2020 Una recente previsione economica dell’Ocse sul nostro paese rivela un peggioramento a vari livelli, in special modo nel mondo del lavoro, registrando un incremento della disoccupazione di circa il 12.4%. Inoltre l’inaspettata pandemia ha spinto alla recessione diversi paesi. Per molti il futuro è incerto e senza via d’uscita; vengono a galla e peggiorano problemi già esistenti; si apre una breccia sociale di disuguaglianze, con il rischio per molte persone di perdere la speranza di vivere. “Non possiamo più andare avanti cosi – ripete instancabilmente Papa Francesco in diverse occasioni – Questi sintomi di disuguaglianza rivelano una malattia sociale; è un virus che viene da un’economia malata. E dobbiamo dirlo semplicemente: l’economia è malata!”. Un forte messaggio ad un’economia che traballa da tempo, oramai sistema vecchio, arrivata alle sue ultime battute, frutto di una crescita economica iniqua che non ha tenuto conto dei valori umani fondamentali, con conseguenze gravi e irreversibili per la casa comune”. La pandemia, esorta Francesco, oltre ad aver messo in crisi le nostre certezze, ci invita ad una conversione integrale, ad abbracciare uno stile di vita diverso, che contempli in tutti i campi la cura dell’altro: una regola d’oro che porta con sé salute e speranza. Il pontefice ammonisce: “Da una crisi non si può uscire uguali, o usciamo migliori, o usciamo peggiori. Questa è la nostra opzione”. Le statistiche riguardo la distribuzione della ricchezza nel mondo confermano ancora che è in mano a pochissimi ricchi. Per Francesco è un grido di ingiustizia che arriva in cielo! Ma nel contempo si pone una domanda: dopo la crisi, continueremo con questo sistema economico di ingiustizia sociale e di disprezzo per la cura dell’ambiente? Negli ultimi 125 anni (dati FAO) abbiamo assistito alla perdita del 70% della biodiversità̀ presente sul pianeta. È un pensiero del tutto malato, che ci porterà prima o poi al collasso. La dimensione globale dell’ecologia integrale richiede un nuovo approccio ai problemi di sopravvivenza dell’uomo, nonché una nuova forma di pensiero: una nuova epistème, un tipo di sapere rigoroso e comprensivo. Solo così il processo di globalizzazione potrà̀ essere governato sotto il segno dell’etica e della saggezza. La Laudato Sì afferma che diseguaglianze sociali e degrado ambientale, oltre ad andare alla stessa velocità, hanno la stessa radice: quella del peccato. Voler possedere e controllare i fratelli e le sorelle, come anche voler dominare la natura e lo stesso Dio, non fanno parte di quel disegno soprannaturale della creazione; sono fatti e atteggiamenti della vita quotidiana che scavano come la goccia che cade lenta sulla roccia più dura. Ci sentiamo impotenti dinanzi alla verità, pur sapendo di essere corresponsabili della crisi che stiamo vivendo.