Pensioni e Quota 100: torna Fornero. L’ex ministra nella task force di Draghi

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Era quasi inevitabile. Con il ritorno dei «tecnici» a Palazzo Chigi e il tema delle pensioni che entra nel vivo del dibattito politico, il «coming back» di Elsa Fornero era nell’aria

L’ex ministro del Lavoro del governo Monti, torinese, 73 anni, promotrice di un’indimenticata riforma «lacrime (le sue) e sangue», varcherà di nuovo il portone di piazza Colonna. Questa volta, però, in veste di consulente nel Consiglio d’indirizzo per la politica economica, istituito, dieci giorni fa, dal sottosegretario con delega alla Programmazione, Bruno Tabacci. Compito del comitato, a titolo gratuito, sarà quello di «orientare, potenziare e rendere efficiente l’attività del Dipe, il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica» diretto da Marco Leonardi.
Da Tabacci a Guzzetti: chi c’è nel Consiglio d’indirizzo per la politica economica

Il consiglio, guidato da Tabacci, comprende altre 14 personalità: Giuseppe Guzzetti, già presidente della Fondazione Cariplo (che, a 87 anni, si è appena iscritto al Pd); l’ex vicedirettrice di Bankitalia (nonché presidente Rai) Annamaria Tarantola; il vicepresidente di Assolombarda Antonio Calabrò; la leader di Confesercenti Patrizia De Luise; l’economista Alessandra Lanza (Fmi, Sace e Intesa); Mauro Magatti, già preside di Sociologia alla Cattolica di Milano; l’ex presidente del Consiglio di Stato Alessandro Paino; la coordinatrice del dipartimento Pari opportunità Monica Parrella; la docente di Scienze delle Finanze alla Bocconi Paola Profeta; la consigliera della Corte dei conti Silvia Scozzese, già capo di gabinetto dell’ex ministro Peppe Provenzano; l’esperta in politiche del Welfare Alessandra Servidori; l’ex segretario generale della Camera, il potente Mauro Zampini; l’ex vice Alessandro Palanza; e il fondatore del Censis, Giuseppe De Rita.
Fornero e le pensioni anticipate: ecco come la pensa

Come la pensi Fornero su pensioni e Pnrr, tanto per fare un esempio, l’ha chiarito qualche mese fa: «Avrei preferito un impegno preciso a non rinnovare Quota 100 (che scade nel 2021, ndr): non vorrei che il governo rimanesse imbrigliato nella ragnatela dei partiti e della loro caccia al consenso» ha detto con la consueta franchezza. Quanto a mettere le mani sulla sua riforma («quella delle pensioni è l’unica che in Europa non ci chiedono più perché l’abbiamo fatta»), ci va molto piano. Parola d’ordine: «intervento selettivo», come si è fatto con il blocco dei licenziamenti. Quindi un aiuto sarà consentito darlo a chi ha effettive difficoltà di salute, un’età avanzata o svolge lavori particolarmente pesanti, secondo il principio solidaristico. Ed è opportuno prolungare Opzione donna, che ormai è parte del sistema.
L’aumento del tasso di occupazione per gli anziani

Ma c’è un’altra battaglia che Fornero ha intenzione d’intestarsi e che suonerà impopolare: quella per l’aumento del tasso di occupazione tra gli anziani« purché in buona salute». Detto così, fa accapponare la pelle di quanti battagliano per ridurre la quota dei «neet» (senza impiego, nè istruzione) tra i giovani. Ma acquista senso guardando i costi crescenti dei prepensionamenti che non hanno creato nuova occupazione.
«Non serve mettere a riposo i genitori per dare una chance ai figli», dice infatti la professoressa che, da ministro, già si era attirata un mare di critiche sostenendo che «i giovani non devono essere troppo choosy », cioè esigenti, nella ricerca del lavoro: «La priorità del nostro Paese è creare occupazione e avere più persone al lavoro, non anticipare il pensionamento».
«Terapie pazienti e sapienti»

Insomma, c’è da credere che il ruolo che Fornero avrà da consulente del governo Draghi sarà una volta di più quello di una sorta di «grillo parlante». Che è, d’altra parte, il compito che la professoressa assegna agli esperti come lei.
Prima di essere designata, Fornero si chiedeva proprio perché oggi, diversamente dal passato, ai tecnici venga chiesto di «portare scelte che la politica non può (o non vuole) affrontare», magari poi pronta a «rivendicarne i meriti o a addossare ai tecnici lo scontento» prodotto.
La sua risposta è stata che, di fronte a problemi non solo complessi ma anche strutturali, sono necessarie «terapie pazienti e sapienti» che la politica da sola non sa più produrre, schiacciata com’è sull’orizzonte delle «prossime elezioni». Partiti e sindacati sono avvisati.

di Antonella Baccaro