Pfizer, Palù (Aifa): “Seconda dose? Anche spostandola fino a 42 giorni la protezione dalla malattia resta alta”

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Non sono le industrie farmaceutiche a dettare le regole ma gli enti regolatori

E gli studi hanno mostrato che protrarre la dose fino al 42esimo mantiene l’efficacia della protezione dalla malattia”. Così, a Sky TG24, il presidente dell’agenzia italiana del farmaco (Aifa), Giorgio Palù. “Con un semplice ritardo di 2-3 settimane – spiega -, possiamo coprire 3 milioni di persone a rischio. La raccomandazione non è un suggerimento, l’Ema ha introdotto questa indicazione on label, cioè riportata sul cosiddetto bugiardino. Le decisioni sulla seconda dose – prosegue -, vengono prese anche sulla base dei risultati osservati sul campo, soprattutto nel Regno Unito, su decine di milioni di persone e quindi non limitati agli studi di validazione su poche decine di migliaia di casi.

E le somministrazioni in alcuni Paesi hanno mostrato che spostando la seconda dose fino a 42 giorni la protezione dalla malattia che resta alta, fino al 70%, e viene mantenuta la capacità degli anticorpi di riconoscere il virus. Chi riceverà la seconda dose a 42 giorni non si deve preoccupare, assolutamente”.