Quirinale, asse Conte-Letta per evitare una crisi al buio

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Lo spauracchio resta sempre Omicron, il dilagare dei contagi, l’eventualità che l’esercito dei grandi elettori possa assottigliarsi.

Anche per questo motivo nel Pd e nel Movimento 5 stelle continua a non essere esclusa la possibilità che ci si possa appellare alla fine della partita al Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Ma il presidente della Repubblica ha già fatto sapere quali sono le sue intenzioni e, quindi, la trattativa per ora è su altri piani. E comprende ovviamente non solo il nome di chi dovrebbe sostituire Mattarella ma anche su chi debba, eventualmente, andare a palazzo Chigi nel caso di un ‘trasloco’ di Draghi.

Ed è una trattativa bloccata. Draghi lunedì non dovrebbe dire neanche una parola sul ‘dossier’ Colle. Ha convocato una conferenza stampa per metterci la faccia sulle misure approvate in settimana in Consiglio dei ministri, ribadirà che l’Italia ha fatto da apripista sull’obbligo vaccinale e che le scelte fatte non sono emerse da diktat delle forze politiche ma dalla necessita’ di trovare soluzioni equilibrate.

Tuttavia, al di là della preoccupazione dei partiti che rilanciano la necessità di nuovi interventi a favore delle categorie penalizzate e di conseguenza di un nuovo scostamento, i fari sono puntati sul Quirinale.

Berlusconi è orientato a sciogliere la riserva, o perlomeno a fare un passo in avanti verso la sua candidatura quando si riunirà il centrodestra. E in Forza Italia l’assunto – ribadito oggi dal coordinatore azzurro Tajani in un’intervista – è che senza Draghi non c’è più l’unità nazionale e si andrebbe alle elezioni.