Regionali, Liguria, Rosato: “Ci stanno tenendo fuori dalle trattative. Ma noi saremo in campo ugualmente”

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E Italia Viva che fa, onorevole Rosato?
«Spiace che ci stiano tenendo fuori, il balletto dei nomi non ci interessa, noi abbiamo messo sempre e solo presupposti di contenuto».

Ettore Rosato, vicepresidente della Camera, Italia Viva, parla da Montecitorio tra una votazione e l’altra. A pochi metri di distanza, in una saletta riservata, Vito Crimi, Nicola Fratoianni e Andrea Orlando insieme alle delegazioni liguri di Pd, Leu e M5s discutono della candidatura di Ferruccio Sansa a presidente della Liguria per un’inedita alleanza che mette insieme quasi tutti i partiti che sostengono il governo Conte. Tranne uno. «Siamo sempre disponibili a discutere con chi vuole l’alternativa a Toti. I nostri paletti sono solo sui contenuti. Il governo regionale deve fare le cose giuste per fare ripartire la Liguria dopo l’emergenza Covid. Bisogna essere chiari su un punto: il deficit maggiore della Liguria è quello infrastrutturale. La Gronda serve».

Su questo, però, la posizione della coalizione di centrosinistra è la stessa votata da tutta la maggioranza in Parlamento, compresi voi: sì alla Gronda, ma con le osservazioni dell’analisi costi-benefici e quindi con possibili modifiche…
«Diciamo chiaramente che la Gronda va realizzata tutta come è stata progettata, non un pezzo soltanto. Un investimento del genere per farla a metà sarebbe assurdo».

Ma l’investimento dipende dalla partita delle concessioni autostradali, su cui il governo non decide da mesi. Cosa c’entra la Regione?
«La Regione non può non avere un ruolo politico forte, deve dire parole chiare. Sostenere un’idea di crescita e di sviluppo. Vale per la Gronda come per la sanità. Cambiamo argomento: il Nuovo Galliera va fatto o no? Per noi sì. Servono contenuti per per uscire dalla crisi».

Lei viene da Trieste, città portuale. Che ne pensa dell’autonomia finanziaria dei porti, che sarà nel programma del centrosinistra?
«Ha un senso se le risorse rimangono sul territorio sotto forma di investimenti infrastrutturali per il sistema portuale. Che fanno crescere l’economia del paese più di tanti altri settori».

Cosa non condividete dell’azione di governo di Toti in Liguria?
«Mi sembra che ci sia stato un grande uso delle parole e pochi fatti. A cominciare dalla sanità: il sistema pubblico è indebolito, ci vuole più concretezza. E ad esempio sul nuovo Galliera si sono fatte tante chiacchiere e pochi fatti in questi anni di governo regionale».

Si parla molto del “Modello Genova” per le infrastrutture, cosa ne pensa Italia Viva?
«Semplificare le procedure, unificare i centri decisionali, tagliare i tempi amministrativi, sono tutte cose giuste. La nostra Lella Paita ha fatto un grande lavoro su questo nel piano Italia Shock. Consentirebbe di mettere in campo risorse per fare ripartire il Paese. Quello che ha funzionato per il Ponte Morandi ma vale anche per l’edilizia scolastica o il dissesto idrogeologico. La rapidità di affidamento dei lavori e di progettazione è fondamentale per fare ripartire il Paese».

In definitiva, cosa farete in Liguria se si salderà l’alleanza di centrosinistra su Sansa? Correrete con Elisa Serafini, ex assessore della giunta Bucci?
«Vediamo cosa decidono. I prossimi giorni saranno decisivi. Ma prendiamo atto del fatto che il Pd ci ha detto che preferisce non coinvolgerci nella costruzione del programma e fare asse con la sinistra radicale e il M5S. Questa è la situazione, ma la responsabilità non è la nostra. Noi sicuramente saremo presenti in campo in tutte le elezioni regionali, con la nostra forza in campagna elettorale».