Renzi: “Ora Italia Shock. Per ammodernare il Paese e creare nuovi posti di lavoro”

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Cominciamo dalla legge di bilancio, senatore Renzi. Una manovra che avvia il rilancio del Paese o il minimo sindacale per mettere in sicurezza i conti? Che cosa manca a suo avviso?
È il minimo sindacale per mettere in sicurezza i conti. Però non sottovaluto questo fatto. Per raggiungere tale traguardo – dopo la tragica esperienza del governo populista – abbiamo dovuto lottare molto. E adesso la minaccia dell’aumento dell’Iva è stata disinnescata. Manca la crescita, purtroppo. L’abbiamo avuta fino alla prima metà del 2018, poi è scomparsa. Ma dobbiamo garantire stabilità istituzionale perché con i tassi così bassi un Paese con molto debito deve sfruttare la situazione. Abbiamo ridotto il costo degli interessi sul debito dai 77 miliardi di € del 2013 ai 59 miliardi del prossimo anno. Chiediamo stabilità per rassicurare i mercati e portare questa cifra sotto i 50 miliardi: questo significa fare l’interesse del Paese. E noi pensiamo prima di tutto all’Italia, sempre. Stabilità. Non immobilismo, ma stabilità.

Lei ha detto che in un certo senso le motivazioni che hanno dato vita al Conte 2 si sono esaurite proprio con la manovra. II vostro Piano Shock per sbloccare le opere è per lei dirimente ai fini della verifica di gennaio? Ne ha parlato con il premier?
Il piano shock può sbloccare 120 miliardi di euro. È una cifra pazzesca, un’occasione di ammodernare l’Italia, creare posti di lavoro anziché dare sussidi assurdi come il reddito di cittadinanza e aiutare la crescita. Purtroppo bisognerà ricorrere a un commissariamento selvaggio ma siamo in emergenza. Dunque Italia Shock non è dirimente per la verifica di governo, ma è dirimente per il futuro dell’Italia. Il Premier Conte ha incontrato più volte in questi giorni Italia Viva: sa come la pensiamo. In ogni caso il primo febbraio – dopo che si sarà calmato il clima post elettorale in Emilia Romagna – presenteremo l’articolato di quello che speriamo possa diventare un decreto legge. La Camera lunedì approva il bilancio, dopo dobbiamo approvare il rilancio. E senza crescita non c’è occupazione, non c’è giustizia.

Sulla Popolare di Bari ci sono responsabilità da parte della vigilanza di Banca d’Italia?
Ho posto il problema della Vigilanza e di Banca d’Italia nell’unico momento in cui alla politica era consentito fare qualcosa, vale a dire al momento del rinnovo del Governatore. Sono stato tacciato di disfattismo e isolato da tutto il mondo politico e dall’establishment finanziario. Eppure le vicende di oggi dimostrano che quegli argomenti erano veri e che avrebbero meritato una discussione meno superficiale. Il tempo è galantuomo. Ora però bisogna guardare al futuro, senza polemiche. Sono certo che Banca d’Italia sia un’istituzione importante, da tutelare. E spero che su Bari si possa scavare: salvare i lavoratori e le famiglie, punire i responsabili a tutti i livelli. Non cerco rivincite o vendette, mi basta la verità. E resti agli atti che senza la riforma delle popolari la situazione delle banche sarebbe stata molto più drammatica.

Capitolo giustizia. Alla fine il M5S l’ha spuntata sulla prescrizione: a gennaio scatterà il blocco dopo il primo grado di giudizio…
La prescrizione scatta perché due forze politiche populiste, Cinque Stelle e Lega, hanno votato questa legge assurda. Noi abbiamo votato contro e io ne vado fiero. Una giustizia senza fine non è giustizia. E solo la demagogia può pensare di far credere che per i cittadini sia meglio così. Detto questo, penso che ci sia un problema di fondo. Sulla giustizia le forze politiche che compongono la maggioranza hanno visioni diametralmente opposte: non è solo la prescrizione, ma la presunzione d’innocenza, misure come la confisca e molto altro. O si trova un accordo serio, stabile, equilibrato. O ciascuno in Parlamento vota come vuole. La responsabilità di trovare un punto d’equilibrio spetta innanzitutto al ministro. Se ci sarà un patto di maggioranza, bene. Altrimenti ciascuno voterà in libertà.

I giornali sono pieni di retroscena sulla possibile caduta del governo per sua mano e su un presunto asse con Salvini che non escluderebbe un governissimo prima di tornare al voto. Può rassicurare gli alleati su questo punto?
Rincorrere notizie false per smentirle è frustrante, sia per i giornalisti che per i politici. Non ho fatto alcuna cena con Salvini, né in Toscana né altrove. Non c’è nessun retroscena. Qui c’è un Paese che deve guardare avanti, anziché continuare a guardare indietro. Mi auguro che la Lega voti il Piano Italia Shock perché sarebbe un gesto importante. Ma questo non significa altro. Sblocchiamo i depuratori, l’alta velocità al Sud, le opere per il dissesto dal Seveso a Sarno, le scuole, i porti, gli aeroporti. E blocchiamo per una volta polemiche talmente noiose da far sbadigliare anche gli addetti ai lavori. Io penso al bene dell’Italia, non al gossip della politichetta.

Sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro Salvini che cosa faranno i senatori di Italia Viva? Sarete garantisti?
Noi siamo sempre garantisti. Ma non dobbiamo giudicarlo noi: dobbiamo solo decidere se ricorrono le condizioni per procedere sull’eventuale reato del ministro. L’autorizzazione a procedere non ha niente a che vedere con il garantismo. Il nostro giudizio politico e umano nei confronti di Salvini è netto: ha sbagliato lui e con lui ha sbagliato tutto il suo Governo che lo ha vergognosamente sostenuto e coperto. Processualmente abbiamo già votato in passato a favore dell’autorizzazione e non credo che la vicenda sia molto diversa. Tuttavia correttezza vuole che prima si leggano le carte, poi si comunichi la decisione: tutti i politici dovrebbero imparare a fare così, attenendosi al merito e non fermandosi agli slogan. Certo noi non cambiamo idea sulla base dell’interesse politico: giudichiamo i fatti.

Zingaretti le chiede di scegliere da che parte stare: se nel campo del centrosinistra, di cui fa parte anche Conte che il segretario del Pd sembra voler proporre come prossimo candidato premier, o altrove.
Se Zingaretti pensa che Conte possa essere il candidato premier del Pd mi fa piacere per lui. E per loro. Io ho un giudizio diverso, sia sul passato per l’esperienza del Conte I, sia sul futuro per una certa idea di politica che evidentemente è diversa da quella dell’attuale Pd. Ma va bene così, ognuno fa le sue scelte. Quanto a Italia Viva: noi siamo parte integrante di questa maggioranza di Governo e rivendichiamo il fatto di aver messo in sicurezza i conti dell’Italia. Per il futuro vedremo: vogliamo sconfiggere tutti gli estremismi, tutti i populisti. E sono convinto che ce la faremo. Non credo che il prossimo bipolarismo sarà sovranisti leghisti contro populisti grillini ma spero a una grande sfida di tutte le forze razionali e ragionevoli contro l’incompetenza e la paura. Chi vuole cercarci, ci troverà lì.

Perché non volete una riforma elettorale sul modello spagnolo, ossia con lo sbarramento implicito su base circoscrizionale? Temete di restare sotto nelle circoscrizioni più piccole?
Parlare di governabilità e poi proporre il modello spagnolo dopo che la Spagna è andata a votare quattro volte in quattro anni significa sfidare il senso del ridicolo. Se un modello manda i cittadini a votare una volta all’anno, secondo voi è indice di stabilità? Siamo contro lo spagnolo non perché fa male a Italia Viva, ma perché fa male all’Italia. Sul resto vediamo che cosa proporranno: a noi va bene sia una legge elettorale francese a doppio turno che una legge elettorale tedesca con sbarramento al 5%. Ma proporre lo spagnolo significa ignorare ciò che è accaduto in Spagna negli ultimi anni.

Mara Carfagna ha lanciato l’associazione Voce Libera facendo un altro passo fuori da Fi. Pensa che possa essere un’interlocutrice per Italia Viva nella costruzione di un fronte centrista?
Mara Carfagna è una persona perbene. E come tale non va tirata per la giacchetta. Deciderà lei. Certo è che c’è uno spazio del 20% di persone che rifiutano quelli che un tempo si chiamavano gli opposti estremismi. Se Mara avrà voglia di unirsi a noi, bene. Noi in ogni caso andiamo avanti. I recenti sondaggi che ci vedono finalmente in ripresa dopo le polemiche delle scorse settimane ci incoraggiano in questa direzione.

Che 2020 sarà per la politica italiana?
Ci saranno le presidenziali in America, la Brexit, il G20 in Arabia Saudita, la partenza della nuova Unione Europea. In questo quadro la Cina e l’India continueranno a crescere pur avendo tanti problemi a cominciare dall’energia e dall’acqua: parliamo sempre di intelligenza artificiale ma talvolta dimentichiamo gli elementi basilari. L’Italia dovrà decidere se giocare da protagonista la partita del proprio futuro o restare alla finestra come accaduto per troppo tempo negli ultimi mesi dalla Libia al Venezuela. Non credo che sarà un anno bellissimo per la nostra economia, ma mi accontenterei che fosse un anno di serietà. Di studio, di fatica, di impegno. Un anno in cui creare posti lavoro e non sussidi come il reddito di cittadinanza. Italia Viva farà la sua parte per questo.