Intercettazioni. Bonafede: “Strumento irrinunciabile”

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“Oggi abbiamo approvato in Consiglio dei ministri il decreto legge sulle intercettazioni, uno strumento irrinunciabile per le indagini”. Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, lo scrive su Facebook. “Adesso elaboriamo un sistema moderno e digitale: ci saranno maggiori garanzie per trovare un punto di equilibrio tra l’esigenza delle indagini, la tutela della riservatezza e il diritto di difesa”, dice Bonafede, “tutto questo sistema entrerà in vigore da marzo per dare il tempo agli uffici e addetti ai lavori di adeguarsi e di implementare sotto il profilo organizzativo una normativa così delicata”. Adesso, conclude il Guardasigilli, “il provvedimento farà il suo iter parlamentare per la conversione ma c’erano atti che non potevamo ritardare, perché si mettevano a rischio tutte le indagini in corso nelle varie procura italiane”. Gelmini: “Decreto-legge privo dei requisiti costituzionali di necessità e urgenza” “Apprendiamo con vivo allarme che il Governo è in procinto di perpetrare l’ennesima forzatura alle regole costituzionali e alle dinamiche che dovrebbero caratterizzare un sistema parlamentare. Nelle stesse ore in cui si consuma – in spregio al monito formulato dalla Consulta nell’ordinanza n. 17 del 2019 – la totale obliterazione delle prerogative di una delle due Camere rispetto all’esame e all’approvazione della legge di bilancio, il Consiglio dei Ministri annuncia un nuovo, manifesto abuso dell’istituto della decretazione d’urgenza, su un tema, quello delle intercettazioni, al crocevia di capitali interessi e diritti di rango costituzionale. Ancora una volta, si entra a gamba tesa nell’ordinamento con un decreto-legge privo dei requisiti costituzionali di necessità e urgenza, per realizzare una riforma organica che – per definizione – non può implementarsi tramite decreto-legge. L’obiettivo come sempre è saltare a pie’ pari il dibattito parlamentare: un dibattito che questa maggioranza sgangherata sa di non poter reggere, con crepe che neppure più la colla delle poltrone riesce a coprire”. Così Mariastella Gelmini, Presidente del Gruppo Parlamentare Forza Italia della Camera dei Deputati. Enrico Costa, responsabile Giustizia di Fi aggiunge: “Ci appelliamo al Presidente della Repubblica, perché fermi il violento ed incostituzionale aggiramento del Parlamento realizzato con il decreto legge intercettazioni, cui – al di là del merito- difettano totalmente i requisiti di necessità ed urgenza. Se fosse un giorno la Consulta a dichiarare incostituzionale il decreto, verrebbero travolte tutte le intercettazioni nel frattempo effettuate, con pesantissimi effetti sui processi”. Verini: “Ok Cdm a riforma Orlando, è riforma di civiltà” “Il Cdm ha deciso l’entrata in vigore della riforma Orlando sulle intercettazioni, con le modifiche tecniche che erano state concordate e che saranno applicate entro il 2 marzo”. Lo dice il deputato e responsabile giustizia del Pd Walter Verini. “Si tratta di una riforma importante non solo per il Pd che l’ha sostenuta nella scorsa legislatura, ma per il Paese. Si rafforza questo strumento investigativo per colpire gravi reati, si garantisce il diritto all’informazione per quelle di rilevanza penale, si garantisce il rispetto della privacy per quelle non rilevanti. E’, nell’insieme, una norma di civiltà. Ora subito al lavoro per le norme che garantiscano tempi certi per i processi”, aggiunge Verini. Cosa prevede il decreto Queste, in particolare, le principali novità introdotte con il decreto: – Supervisione del Pm Sarà il pubblico ministero – e non la polizia giudiziaria come previsto dalla precedente riforma – a dover selezionare il materiale per stabilire quali siano le intercettazioni di rilievo per le indagini e quelle, invece, irrilevanti. “Il pubblico ministero dà indicazioni e vigila affinchè nei verbali non siano riportate espressioni lesive della reputazione delle persone o quelle che riguardano dai personali definiti sensibili dalla legge, salvo che si tratti di intercettazioni rilevanti ai fini delle indagini”, recita un articolo del decreto. – Più spazio alla difesa Gli avvocati difensori potranno avere accesso a tutto il materiale di intercettazione depositato, senza i limiti che invece stabiliva la riforma Orlando. I difensori “per via telematica hanno facoltà di esaminare gli atti e ascoltare le registrazioni ovvero di prendere cognizione dei flussi di comunicazioni informatiche o telematiche” e “possono estrarre copia delle trascrizioni e fare eseguire la trasposizione della registrazione su idoneo supporto”. – No rischi per cronista che pubblica Il giornalista che pubblica l’intercettazione non rischia più di essere incriminato per violazione di segreto d’ufficio. Restano sostanzialmente le regole in vigore oggi. – Uso del trojan Il ‘virus-spia’ Trojan potrà essere utilizzato per reati puniti con pene sopra i 5 anni commessi da pubblici ufficiali o da incaricati di pubblico servizio contro la Pubblica amministrazione. – Deposito solo in via telematica Il deposito degli atti e dei provvedimenti relativi alle intercettazioni è eseguito esclusivamente in forma telematica. – Archivio digitale Nell’archivio digitale tenuto sotto la direzione e la sorveglianza del Procuratore della Repubblica, saranno custoditi i verbali, gli atti e le registrazioni delle intercettazioni. Ogni eventuale accesso o rilascio di copie sara’ annotato in apposito registro, gestito con modalità informatiche con indicate data, ora iniziale e finale, e gli atti specificamente consultati.