Renzi: “Sulla legge Zan, il Pd ha fatto vincere il populismo”

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Il triste epilogo del disegno di legge Zan divide per l’ennesima volta il campo dei progressisti in due. Da un lato i riformisti, che vogliono le leggi anche accettando i compromessi

Dall’altro i populisti, che piantano bandierine e inseguono gli influencer, senza preoccuparsi del risultato finale. I primi fanno politica, gli altri fanno propaganda.

I fatti sono semplici. Il Ddl Zan era a un passo dal traguardo. Sui media, ma anche in Aula nel dibattito del 13 luglio 2021, avevamo chiesto evitare lo scontro ideologico trovando un accordo sugli articoli legati alla libertà d’opinione e all’identità generale, come richiesto da molte forze sociali e dalle femministe di sinistra. “Se si andrà allo scontro, al muro contro muro, e si perderà a scrutinio segreto, avrete distrutto le vite di quei ragazzi”, dicemmo allora.

Esattamente ciò che è accaduto. Il Pd ha deliberatamente scelto di rischiare sulla pelle delle persone omosessuali, transessuali, con disabilità. I dirigenti Dem hanno preferito scrivere post indignati sui social anziché scrivere leggi in Gazzetta Ufficiale. E naturalmente si è scatenata la campagna di aggressione contro chi proponeva il compromesso, a cominciare da Italia Viva.

Ma il compromesso – come scriveva Amos Oz – “è sinonimo di vita. Dove c’è vita ci sono compromessi. Il contrario di compromesso non è integrità, non è idealismo. Il contrario di compromesso è fanatismo, morte”.

Non è un caso che l’unica legge a favore della comunità omosessuale mai approvata in Italia sia stata quella delle unioni civili, figlia del compromesso e della scelta di mettere la fiducia fatta dall’allora governo. Fino ad allora e dopo di allora la sinistra preferiva e anche oggi preferisce riempire le piazze, fare i cortei, cullarsi nella convinzione etica di rappresentare i buoni, il popolo, contro i cattivi, il Parlamento. Additare il Parlamento come il luogo dei cattivi e la piazza come il luogo dei buoni: anche questo è populismo.