SALVINI & C. NEO-VIROLOGI PER IL NOBEL

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Grazie al diradarsi estivo dei soliti Galli, Pregliasco, Viola, Bassetti, e compagnia cantante

Le nuove frontiere della virologia possono finalmente avvalersi dell’apporto di una brillante leva di infettivologi, svincolati dai canoni di una ricerca vassalla della dittatura sanitaria. Gli antesignani della variante scientifica denominata “Secondo me” si chiamano Matteo Salvini e Francesco Lollobrigida, i cui approfonditi studi sono giunti alla medesima, rivoluzionaria conclusione: “Sotto i quarant’anni ci si può anche non vaccinare”.

L’ardimentoso prof Lollobrigida (nelle pause di laboratorio, deputato di Fratelli d’Italia) dichiara di essersi sottoposto all’inoculazione “ma dopo averci pensato moltissimo”. Sulla base, par di capire, del metodo empirico galileiano che egli intende approfondire in una pubblicazione assai attesa a Princeton. Anche il collega emerito Salvini è giunto a una sensazionale conclusione: “Green Pass allo stadio, non per la pizza” (molto atteso il report sui rischi di farsi una pizza nell’intervallo della partita allo stadio).
A entrambi, come si vede, non mancano i titoli per aspirare al Nobel per la medicina, meglio ancora se in coppia come accaduto, nel 2014, ai norvegesi May Britt ed Edvard Moser, vincitori per le loro ricerche sulle cellule cerebrali (materia che tuttavia i nostri non coltivano particolarmente). In attesa che, dopo i Maneskin e Roberto Mancini (quest’ultimo esaltato dai giornali mentre, sul modello Draghi, “fa la fila dal salumiere”, invece di farsi largo a pedate) l’eccellenza italiana riscuota l’ennesimo meritato riconoscimento, l’attenzione si sposta sul generale Figliuolo. Quello del “cambio di passo” celebrato dalla stampa italiana quando dal primo marzo scorso si mise alla testa della campagna di vaccinazione. Ieri, tuttavia, un titolo dolente di Repubblica
annunciava: “L’Italia dei senza vaccino, ancora 17 milioni indifesi davanti al virus. Fortunatamente, nel corpo dell’articolo, l’atroce dubbio che qualcosa non abbia funzionato nell’approvvigionamento delle fiale e nella logistica in grigioverde viene spazzato via dall’affermazione che la colpa è soprattutto dei terribili vecchietti over 60, con “open day che vanno quasi deserti e portali di prenotazione senza richieste”. Resta purtuttavia inevasa la domanda: tra Sì-Vax, No-Vax, Ni-Vax, non è per caso che il vero problema sono i Vax?

di Antonio Padellaro