Sono già passati più di due anni dall’introduzione del Reddito di Cittadinanza

0
77

Che ha raggiunto oltre 3 milioni di persone, ma presenta almeno quattro criticità che limitano la sua efficacia.

L’attuale scala di equivalenza sfavorisce le famiglie numerose con minori, per le quali è maggiore l’incidenza di povertà. Ad esempio, un nucleo familiare, residente in affitto, composto da 2 adulti e 3 minori, può ricevere al massimo 1.280 euro mensili, mentre per un single in affitto, il beneficio arriva fino a 780 euro mensili.
📌 I criteri di accesso escludono la maggior parte delle famiglie extracomunitarie. Per richiedere il RdC è necessario risiedere in Italia da almeno 10 anni, condizione che esclude così gran parte delle famiglie straniere, nonostante costituiscano circa il 30% di quelle in condizioni di povertà assoluta.
📌 L’entità del sussidio non tiene conto del costo della vita (e quindi della soglia di povertà) nelle diverse aree geografiche e nei comuni di dimensioni diverse. La soglia di povertà assoluta per un single (tra i 18 e i 59 anni, in un comune con più di 50.000 abitanti) è di 799 euro al mese nel Nord, di 761 euro nel Centro e di 606 euro nel Mezzogiorno, ma il beneficio viene erogato in misura uguale in regioni e comuni diversi.
📌 Soltanto 152.673 beneficiari idonei a lavorare hanno poi trovato un’occupazione. Una ragione è sicuramente da ricondurre alla perdita del sussidio una volta trovato un impiego che disincentiva la ricerca di un lavoro regolare. Alcuni economisti suggeriscono di introdurre un sussidio anche quando il beneficiario inizia a lavorare (in-work benefit), in modo da incentivare la ricerca del lavoro. Dovrebbe poi esserci un miglioramento nel coordinamento delle politiche attive e del loro contenuto, ad esempio coinvolgendo le imprese nel processo di inserimento nel mondo del lavoro.

Carlo Cottarelli