Sri Lanka. Arrivano esperti internazionali per contenere disastro ambientale

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La X-Press Pearl, battente bandiera di Singapore, in mare da pochi mesi, ha cominciato ad affondare nella mattina di mercoledì

Una squadra di salvataggio ha cercato di trainare la nave in acque più profonde, lontano dalla costa, ma il tentativo è fallito dopo che la poppa della nave si è appoggiata sul fondale marino. La X-Press Feeders, società operatrice dell’imbarcazione, ha detto venerdì che non c’è ancora alcun segno della temuta fuoriuscita di petrolio.

Circa 300 tonnellate di olio combustibile sono ancora a bordo. In precedenza la stessa società ha dichiarato che gran parte del carico tossico era stato incenerito nell’incendio. Il governo dello Sri Lanka ha detto che intraprenderà un’azione legale contro i proprietari della nave per chiedere un risarcimento e nel frattempo ha imposto un divieto di pesca su un tratto di mare di 80 Km lungo la costa occidentale dell’isola. Singapore ha dal canto suo iniziato la propria inchiesta sulle cause dell’incidente.

Gli esperti dicono che il danno all’habitat marino potrebbe essere già stato fatto. Charitha Pattiaratchi, professore di oceanografia all’Università dell’Australia Occidentale, ha detto che i granuli di plastica, che potrebbero viaggiare fino all’Indonesia e alla Somalia, potrebbero fungere da terreno fertile per i batteri, mettendo a rischio la vita marina. In Sri Lanka siamo di fronte a un “incidente drammatico”, che presuppone “un maneggio di rifiuti non serio” in nome di un “abbattimento dei costi”.

Lo afferma il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, a margine dell’inaugurazione dell’Orologio del Clima, parlando dello sversamento nell’oceano indiano causato da una “carretta dei mari”.