Stefano Massini – Dizionario inesistente – Milano, Mondadori, 2018. 211 p. (168)

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Si tratta di un libro indubbiamente particolare, strano, per certi versi unico, trattando, con grande rispetto ed attenzione verso il lettore, di termini (sostantivi ed aggettivi) che non esistono, inventati da questo autore italiano, parole nuove che hanno le loro radici in personaggi di vari strati sociali e di epoche diverse, con avvenimenti che li hanno interessati tutti realmente autentici e veri.
Stefano Massini, tra l’altro, è uno scrittore tra i più rappresentativi che con le sue opere ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo, tradotto in 24 lingue; egli ha trovato/inventato parole che mancavano, sintetizzando concetti che normalmente vengono espressi con una intera frase; parole che non hai e che una volta scoperte fa comodo usare; parole che mentre arricchiscono ti mettono in contatto con personaggi mai sentiti, pur importanti e determinanti ma di cui la storia ha tramandato poco o nulla; parole, infine, con annessi aneddoti ora curiosi ora “scientifici” comunque storici, ignoti fino ad oggi, la cui conoscenza apporta pure un arricchimento culturale.
Viviamo ogni giorno, quasi sempre, in una realtà imprevedibile basata sulla casualità, molto spesso condizionata o determinata da minimi o millimetrici sfasamenti temporali: se solo avessi anticipato/ritardato di 5 minuti…, se non avessi organizzato quel viaggio…, se avessi dato ascolto al mio istinto… L’attimo vincente che si perde, l’occasione sfumata, il treno “perso”,… niente di tutto questo è invece accaduto a Massini che ha saputo cogliere dalle sue letture e conoscenze argomenti coinvolgenti ed accattivanti, socializzandoli e sintetizzandoli in 35 nuovi vocaboli forniti di ampie spiegazioni; vocaboli che vanno da “Annonismo” (derivato dalla città francese di Annony dove si tenne il volo della prima mongolfiera), a “Zeissiano”, derivato dall’ottico tedesco Carl Zeiss (1816-1888), che ha saputo rinunciare “al massimo” ed “al grande” interessandosi piuttosto alle piccole cose (microscopi, lenti da vista,…) e ciononostante risultante socialmente vincente.
Va da sé quindi che queste duecento pagine si leggono facilmente e con trasporto; che la loro lettura fornisce molte e varie informazioni attraverso curati ed a volte arguti aneddoti; che molto facilmente nella vita di tutti i giorni non le pronunceremo mai (troppe spiegazioni da dare…) ma che poi, quelle parole, lasciano segni di nuove conoscenze mai incontrate/studiate prima.
Infine, giunge opportuno un pensiero di Gabriel Garcìa Màrquez: “Le parole nascono sulle labbra di chi le inventa per strada, non vengono dalla testa degli accademici. Chi scrive i dizionari le cattura sempre in un secondo tempo, imbalsamandole in ordine alfabetico, quando ormai si è persa la vera ragione per cui nacquero”.

Franco Cortese Notizieinunclick