SUL LOCKDOWN SALA E FONTANA SE NE LAVANO LE MANI

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Non hanno il coraggio di prendere decisioni.
E scaricano su Roma.

La situazione nelle strutture sanitarie ospedaliere è ormai insostenibile ma continuano ad ignorarlo.

Abbiamo chiesto chiusure differenziate, per evitare che i casi prevalenti in alcune zone inondassero anche la parte ovest, le province della Lombardia che hanno registrato un minor numero di casi, ma sono sordi.

Mentre tutti gli addetti alla sanità continuano a fare appelli dichiarando che “la situazione può soltanto peggiorare”, Sala tesse le lodi di Fontana e ribadisce, qualora vi fossero ancora dubbi, che loro non muoveranno un dito:
“dal punto di vista sanitario quello che viene fuori è che la situazione lascia ancora margine di osservazione in questo giorno. L’ipotesi era che per fine ottobre si arrivasse ad avere, come posti letto Covid in intensiva, da un minimo di 435 a 800 al massimo. Sembra essere un po’ meglio…”.

Quali siano i dati che li fanno stare seduti sugli allori non è dato sapere.
Niente tabelle di progressione dei contagi, niente curve, niente proiezioni.

Nell’ultima riunione di metà ottobre (poi non l’hanno più convocato!) il Comitato tecnico scientifico regionale si era espresso per misure rigide ribadendo che le misure prese fino ad oggi sono insufficienti.
Ma in Regione “non sembrano avere il coraggio di prendere decisioni”.
E scaricano il barile.
Come volevasi dimostrare.

Dario Violi