TRASPORTO PUBBLICO E COVID

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Trovo vergognoso che mentre si invita giustamente la popolazione alla prudenza e a evitare gli assembramenti in tutta Italia studenti, lavoratori e cittadini debbano viaggiare su mezzi sovraffollati.
Succede nella mia città #Pescara, come a #Roma, #Milano, ovunque.
Bus, metropolitane, treni per pendolari, tutti sovraffollati, strapieni nelle ore di punta.
Siamo di fronte a un’ennesima conferma del fallimento del neoliberismo all’italiana.
Mezzi pubblici sovraffollati rappresentano un attentato alla salute, in questi mesi bisognava raddoppiare corse e regolare orari delle città.

Nell’isolamento post reparto covid in cui mi trovo ricevo molte segnalazioni da parte di cittadini.

Tanti mi raccontano di autobus sovraffollati, strapieni nelle ore di punta dell’entrata e uscita dalle scuole.

Si tratta di una cosa gravissima e il fatto che accada in tutta Italia non la rende meno grave.

I mesi estivi evidentemente passati senza capacità di programmazione a livello locale, regionale e nazionale.
Il governo ha previsto una regola assurda che consente di occupare l’80% dei posti perché dopo anni di politiche neoliberiste di taglio del tpl non ci sono mezzi e personale a sufficienza per affrontare l’emergenza. Questo accade anche perché invece di nazionalizzare le aziende italiane che producevano bus si è consentito di chiuderle per ragioni di mercato dell’industria automobilistica (vedi vicenda #Irisbus). L’assenza di programmazione e intervento pubblico pesa anche in questo caso.

I sindaci dovevano intervenire in qualità di responsabili della salute pubblica. Ma pare che mediamente, da Roma a Milano e in quasi tutte le città, appaiono latitanti.

La società di trasporto pubbliche dovrebbero garantire l’aumento delle corse. Lo stesso dovrebbero fare ferrovie in accordo con governo e regioni.

Se non ci sono i mezzi si possono reperire con provvedimenti autoritativi nei confronti delle società private a cui è stato dato un enorme spazio di mercato che poteva essere coperto dal pubblico e i cui utili potevano essere reinvestiti nei servizi essenziali per i cittadini.

Province, comuni, regione con direzioni scolastiche, presidi, coinvolgendo aziende e sindacati dovrebbero fare PIANI DEI TEMPI regolando orari in maniera scaglionata per evitare che si creino imbuti.

Vedere le scene di metropolitane strapiene a Roma e Milano dà l’idea della latitanza di poteri pubblici o incompetenti o troppo impegnati a far fare affari agli immobiliaristi. Non dovrebbe essere difficile mettere del personale a regolare entrate garantendo distanziamento.

Agli studenti che non ci rimettono lo stipendio come accadrebbe ai professori consiglio di entrare in sciopero finché non saranno garantiti trasporti sicuri e ai genitori consiglio di protestare.

Non si può predicare ai gestori di locali e poi creare assembramenti pericolosi sui servizi pubblici.

Invece di discutere di fesserie come la presunta “dittatura sanitaria” o il negazionismo impegnamoci per risolvere come comunità i problemi che il covid fa emergere. Perché sia chiaro: gli autobus sovraffollati non ci dovrebbero essere neanche in tempi normali.

Organizziamo in tutta Italia la protesta per questa situazione insostenibile. Documentiamo quello che sta accadendo.

Il trasporto pubblico è fondamentale sul piano ecologico e sociale. Come per la sanità e la scuola questa pandemia ci ricorda che il pubblico – il “comune” che ci consente la vita di individui in una società – va difeso, riqualificato, rilanciato, riconquistato.

Buona giornata a (quasi) tutt*

Maurizio Acerbo