Tutti i paesi europei in cui esiste uno stato sociale si sono da tempo posti due problemi

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Quello di un reddito minimo per far sopravvivere tutti anche chi non è in grado di farcela da solo e un salario minimo che impedisca di scendere sotto una soglia dignitosa che disincentiva la popolazione attiva nella ricerca di un lavoro

l’Italia ha introdotto il REI poi trasformato in reddito di cittadinanza per provare a rispondere al primo dei due problemi.
Dei 3 milioni e 700 mila che ne usufruiscono, 1 milione e 350 mila sono minori; 450 mila sono persone disabili; un’altra parte è composta da persone con difficoltà fisiche o psichiche, ma che non hanno ottenuto una pensione di invalidità; 200 mila sono in pensione, ma accedono al Reddito di Cittadinanza perché il loro assegno previdenziale non basta a superare la soglia di povertà.

In sostanza più della metà dei percettori del Reddito di Cittadinanza non sono occupabili.

Chi parla di abolire questo strumento non ha probabilmente mai avuto a che fare con il Paese reale e con le fragilità della popolazione.

Troppi palazzi romani, troppe belle case e bei vestiti.

Dobbiamo aggiungere nuove tutele e rendere dignitoso il salario per tutti non togliere quello che sul fronte della lotta alla povertà è stato raggiunto. Solo così metteremo tutti nelle condizioni di dare il proprio contributo alla società e alla propria vita.

Brenda Barnini