Un altro mondo è possibile!

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Se Bergoglio va in Iraq, sfidando gli avvertimenti di servizi segreti e stampa occidentale. Se oggi incontra l’Ayatollah al-Sistani, capo religioso di quel popolo sciita che le destre, americane ed europee, presentavano come il demonio, il primo nemico delle nostre libertà e del nostro futuro. Bergoglio ha già detto molto. Nessuno usi il nome di Dio per uccidere! Non i terroristi islamici, dunque, ma nemmeno i troppi che da decenni gabellano come crociate gli abusi dell’imperialismo in Medio Oriente. Poi ha aggiunto “vengo come penitente, che chiede perdono al cielo e ai fratelli per tante crudeltà”. Un occidentale aveva mai chiesto scusa per le torture nel carcere americano di Abu Gharib? Francesco in prima pagina, dunquem anche su New York Times e Indipendent
La corte dei miracoli – mi dispiace davvero essere così duro- con cui Mentana fa le sue maratone e le altre corti che frequentano i talk show della concorrenza avevano sentenziato che quella di Zingaretti era solo una mossa, che si era dimesso per essere acclamato da un’ovazione dell’assemblea nazionale. Era, dopotutto, la velina che diffondevano i renziani, dentro e fuori il Pd. E c’è una affinità elettiva tra questi politici senza popolo e quei giornalisti che non sanno alzare la testa dalla politica. Che imbecilli. L’ultimo segretario era stanco, non più convinto che avesse ancora senso quel che da semrpe gli avevano insegnato: “primum resistere”, tenere insieme a tutti i costi il gruppo dirigente. Oggi ,forse per la prima volta. si sente libero. È colpevole anche lui della deriva attuale? Certo. Avrebbe dovuto costruire il partito in direzione opposta a quella condotta dal predecessore. Avrebbe dovuto combattere i capi corrente e ricordare ai parlamentari che erano lì per un abuso -la legge Rosato, gli eletti scelti dal segretario- e che dunque avrebbero dovuto scegliere se restare senatori e deputati senza popolo o trasformarsi in militanti di un Pd alla ricerca del suo popolo.
Ora il problema è semplice. Cosa può tenere insieme Bonaccini, De Luca, Giani, Sala, Nardella, Merola, Guerini, Franceschini, Orlando, i maggiorenti del Pd? Un vertice “geniale”, che sa mettersi all’ascolto degli imprenditori -anche di quelli che vogliono esportare armi in Arabia Saudita- degli allevatori, che si indignano perché un ministro invita a consumare meno carne, dei ristoratori che volevano riaprire la sera e dei ciechi che non vedano come il contagio corra di più in Lombardia proprio perché è la regione dell’industria? Quel partito somiglierebbe alla Lega. Che bello, una Lega di sinistra. Ma anche la Lega, per sopravvivere, ha avuto bisogno di ideologie, di affermare il primato del nord, poi il nazionalismo salviniano, poi di tornare al nord ma in simbiosi con un signore calato da Francoforte e l’industria tedesca. Renzi, “il genio,” è una nave che sa manovrare ma è senza rotta. Non a caso è caduto nel pantano saudita. Al contrario il Pd potrebbe scegliere gli Stati Uniti d’Europa, da rifondare partendo da Francia e Italia, Germania e Spagna. Non un partito di sinistra – che non può più essere – ma un partito che dalla sinistra sappia almeno mutuare un’utopia democratica. Non un partito a vocazione pigliatutto -prospettiva ormai ridicola – ma un partito che sappia unire forze diverse ontro le destre nazionaliste e suprematiste. Succederà? Difficile.
Eppure, che praterie si aprirebbero. Poter mettere alla berlina Fontana, costretto a chiudere tutto. Spiegare, a chi ancora creda in Salvini, che i vaccini russi non ci sono ora che servono e che Mosca ha meno capacità di produrne dell’Europa. Mostrare il Papa in Iraq che strappa Abramo alle grinfie di chi voleva far guerra alla Persia e agli sciiti. Leggere i dati che provano come la nuova guerra fredda rafforzi la Cina, ormai in testa alla ricerca per l’intelligenza artificiale e -dice oggi la CNN- in procinto di costruirsi una flotta più forte di quella a stelle e strisce.