Un amico non va mai lasciato indietro

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Soprattutto se è un elefante e ha una memoria così potente e sviluppata da poter contenere, in cuor suo, una gratitudine immensa per averlo salvato da solitudine e cattività.
Proprio stamattina sono andato in sopralluogo al Bioparco assieme alla presidente dell’associazione Earth Valentina Coppola, al neo confermato presidente del Bioparco Francesco Petretti e a Maurizio Lombardi, segretario del Partito Animalista Italiano, per verificare di persona le condizioni dell’elefantessa Sofia, oggetto in questi giorni di un’interrogazione parlamentare dopo la pubblicazione di alcuni video in cui compariva con la testa appoggiata alle stalle della struttura in stato di depressione.
Ho potuto così scoprire che Sofia è un’elefantessa della veneranda età di 55 anni che ha vissuto quasi tutta la sua vita all’interno del Bioparco insieme a sua sorella, morta di vecchiaia circa 10 anni fa. Successivamente le è stata affiancata un’altra elefantessa più giovane, sequestrata da un circo, che però, a causa della differenza di età, ha manifestato un comportamento prepotente nei confronti dell’anziana Sofia rischiando più volte di farla cadere. Proprio per tutelare la salute di Sofia le due sono state separate con un semplice nastro, con il cibo posto al centro, per dare comunque loro la possibilità di interagire e mantenere un contatto visivo e tattile tramite la proboscide. Ma i social si sbagliavano! Il fatto di toccare con la testa il muro delle stalle è un modo dell’elefantessa di richiedere noccioline e attenzioni ai custodi del parco che conosce da sempre.
Mi trovo quindi in perfetta sintonia con le parole della presidente Coppola quando sostiene che bisogna fare di tutto per rendere le condizioni dei nostri amici ospiti del Bioparco le migliori possibili grazie a tecniche di arricchimento ambientale e di “foraging”, operazione che consente agli animali di fare attività cognitiva per procurarsi il cibo.
Essendo Sofia un animale troppo anziano, ormai abitudinario dell’habitat locale e che quindi non può essere rimesso in libertà, l’intento è quello di triplicarle lo spazio offrendole sempre nuovi stimoli e incrementando i metri quadri a sua disposizione: il benessere suo e di tutti gli altri animali del Bioparco è assolutamente al centro delle nostre politiche e dei nostri interessi umani prima ancora che civili.