Una sola riforma

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Non è vero che il Parlamento non è stato aperto come una scatola di sardine, è che forse alla gente non piace il pesce azzurro. Il Movimento popolare dei 5 stelle ha lottato con coraggio contro la cancrena italiana della corruzione ed è stata a un passo dalla vittoria. Purtroppo le forze coalizzate contro di esso hanno avuto la meglio

La democrazia è un sistema politico che si fonda sulla selezione della “volontà generale” e si produce liberamente in individui preparati a esercitare scelte collettive, i cittadini. La materia abscondita, non superficiale della politica, e la dimensione nazionale, hanno bisogno però di un mediatore per formare questa volontà, ovvero, l’informazione. Ecco che la stampa assume un ruolo cruciale nella vita della democrazia, un ruolo forse più importante dei poteri dello Stato a cui sono stati assegnati specifici pesi e contrappesi.

A quello giudiziario, ad esempio, abbiamo conferito l’indipendenza e un organo di autogoverno, la sottomissione alla legge, e la dipendenza da un vertice politico. Per l’informazione niente: ci basta che sia libera, senza regole, solo quelle non vincolanti della deontologia professionale.

Ormai sono rare le apparizioni di un esponente a 5 stelle in tv e, quando succede, ti ritrovi la testa glabra di Sallusti che pur tremando palesemente cerca di irridere Giuseppe Conte. E se non basta gli affiancano quell’altro spennato di Minzolin, col solo intento di difendere il datore di lavoro e minimizzare i successi del nemico.

Le interruzioni, le corbellerie che coprono la voce di chi parla, le pseudo regole del conduttore, tutto serve a impedire che giunga allo spettatore/cittadino il messaggio che svelerebbe una verità diversa da quella del padrone. Che, a questo punto, diventa anche il padrone della volontà generale, perciò della democrazia.

Qualche anno fa per una targa viaria scritta a Roma da un semianalfabeta (Azelio Ciampi, in luogo di Azeglio), incolparono la Raggi come se l’avesse scritta di suo pugno. Oggi i cinghiali pascolano nel centro urbano, qualsiasi ignorante si sente in diritto di accusare d’incapacità i 5S e, anche dopo tutte le porcate del governo, è sempre più frequente sentir dire che la Meloni però è intelligente. Con l’exploit dei 5 stelle successivo allo tsunami tour del 2013, la stampa allevò un Salvini al 4% in funzione antigrillina. Lo stesso ha fatto con l’attuale PdC dopo che il primo si suicidò al Papeete.

Non c’è futuro per il nostro sistema se non si trasforma l’informazione e il corpo elettorale in istituti della democrazia. Il primo sottoponendolo a un ordine che gli sottragga la libertà di mentire; il secondo selezionandolo secondo capacità minime per esercitare una scelta.

(Giuseppe Di Maio)