Variante Delta e rallentamento economico fanno paura

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Il movimento di risk aversion di questi ultimi giorni (in particolare il rally dei bond che ha causato il crollo dei tassi a lungo termine e l’appiattimento delle curve) ha una lettura abbastanza unanime: il mercato ipotizza che il picco di crescita e inflazione sia alle spalle (sposando in pieno la tesi di temporaneità del fenomeno portata avanti dalla Fed) e teme inoltre che la diffusione della variante Delta possa impattare negativamente sulle riaperture.

Quest’ultimo fattore si riflette sia nell’abbandono dei trade ad esse collegati (viaggi e tempo libero, basic resources, finanziari e in generale settori ciclici e value) e nella ricerca di quei settori che hanno performato durante la pandemia (tecnologia e settori growth in testa), che nella rotazione geografica dell’azionario, con l’America (piena tra l’altro di titoli tech) che torna ad essere la preferita rispetto a Europa e resto del mondo per la maggiore flessibilità della sua economia e velocità di reazione coordinata delle autorità di politica monetaria e fiscale.

Si pensi che da inizio giugno, il differenziale di performance tra S&P 500 e Eurostoxx 50 / Dax ha superato il 7% (equiparandoli in dollari), con i 2 indici dell’Eurozona in marcato indebolimento.

In questo quadro si innesta inoltre la debolezza di Asia (ex Cina) ed emergenti dove il principale problema è costituito dal basso tasso di vaccinazione, che rende una nuova ondata Covid con variante Delta un problema ancor più serio che in Europa e Nordamerica, cosa che va ad aggiungersi al rischio di un rallentamento della Cina, come sta emergendo dai PMI ma da confermare, che i mercati dell’area stanno iniziando a prezzare.

In Asia infine stanno pesando le vendite sul comparto tecnologico seguite al giro di vite da parte delle autorità cinesi sui rapporti delle società con i mercati esteri e con la repressione in merito al rispetto delle regole nell’utilizzo dei dati dei clienti da parte delle stesse. Chiaramente questa nuova politica mette a rischio un sacco di quotazioni di aziende cinesi a Wall Street.