Ve la ricordate l’ultima conferenza stampa di Conte?

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Il giorno dopo i “giornaloni” e i sovranisti vari parlavano di un Conte spento, incerto, timido, freddo. Come in quell’articolo di Libero che prima ancora lo aveva chiamato “il nulla politicamente”, giacché afflitto da “tic, tremori, algidità” mentre parlava.

Bene. Oggi Giuseppe Conte spiega perché alla conferenza stampa sembrava più spento.

“Ero molto stanco. Io non me ne ero accorto ma me lo dicevano tutti. Venivo da dieci ore di maratona di riunioni, mi ero anche scordato di pranzare. Sono stato poco brillante. Ma non potevo rimandare: la bozza del Dpcm ce l’avevano tutti, e non potevo rischiare fughe di notizie”.

Ecco. Senza parlare di “giganti”, paladini e supereroi, ma è così difficile capire che se governi un paese in pandemia, puoi avere momenti di stanchezza? Si dovrebbe apprezzarli. E la cosa malsana è che un Presidente del Consiglio abbia dovuto oggi rispondere a quelle accuse spiegando l’ovvio.

Si spera quindi che la prossima volta ci sia un po’ più di rispetto, quantomeno verso il ruolo.

Anche se, invero, chi dava addosso a Conte per la visibile stanchezza, sono le stesse persone che si spellavano le mani per uno che andando al Ministero dell’Interno due giorni su cinque, e gli altri tre in sagra, stanco di certo non appariva mai.

Ma forse solo sazio.

Leonardo Cecchi