VIGLIACCHI ED IPOCRITI

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Sul numero dei parlamentari ne avete sempre parlato male: troppi ed inutili, scrivevano i politologi, assenteisti e pigiabottoni, replicavano i giornali. Ed in effetti, che una cospicua somma di parlamentari soggiornasse a Roma con l’esclusivo intento di scaldare prevalentemente la poltrona era difficile negarlo. Lo stesso fenomeno delle compravendite di parlamentari, accompagnato dalle piroette dei Razzi e Scilipoti, stava a certificare che per scrivere una buona legge non occorreva quasi un migliaio di eletti.

Non era un caso quindi che tutte le commissioni succedutesi nel tempo per una razionalizzazione delle istituzioni concludevano nello stesso modo: dentro quella pletora di parlamentari tanti erano assenti, tanti votavano a comando e tanti avevano rapporti talmente flebili col territorio da non essere nemmeno conosciuti.

D’altronde, provi chi vuole a mettere d’accordo sulla stesura di un documento un’assemblea di condominio con quasi mille persone dentro.

Insomma, che il Parlamento italiano sia un corpo pletorico ed ingessato non varrebbe nemmeno la pena dirlo se non fosse che da qualche settimana la vecchia politica della conservazione ha cominciato a sparare contro il taglio delle poltrone. “Un pericolo per la democrazia”, scrivono le ipocrite penne di regime, “un atto autoritario e populista”, ribattono i servi eletti della vecchia politica.

Naturalmente non c’è niente di antidemocratico o populista in questa consultazione referendaria, c’è solo tanta, tanta paura da parte del regime: la paura che, vincendo il sacrosanto SI, il Movimento 5 Stelle possa rafforzarsi.

Per la prima volta nella storia, in doppia lettura la Camera ed il Senato hanno votato per un parlamento più agile e snello. E tutti abbiamo sperimentato in questi mesi quanto sia importante il fattore tempo nella promulgazione di un provvedimento.

Tutti lo avevano promesso, nessuno lo aveva mai fatto ed il M5S c’è riuscito. E questo potrebbe essere un grosso guaio per il partito trasversale della conservazione.

Vedrete, da qui al 21 di settembre sarà un tambureggiare di numeri e cifre per convincervi che, improvvisamente, mille parlamentari sono tornati ad essere indispensabili per la democrazia.

Ma la verità è che il dibattito non avrà assolutamente nulla di tecnico, giuridico o costituzionale.

La questione è solo politica: da una parte, chi vuole restaurare i vecchi equilibri e soffocare il Movimento 5 stelle; dall’altra, tutti coloro che non hanno dimenticato di esseri nati da un tanto gentile quanto convinto “vaffanculo”.

IO VOTO SI AL TAGLIO DEI PARLAMENTARI

Ettore Licheri