Vivere “small small”: cosa ho imparato dalla mia prima missione in Sierra Leone

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Quella in Sierra Leone è stata la mia prima missione con EMERGENCY, un sogno che è stato aperto dal cassetto che tenevo chiuso da tempo. Terapia intensiva, Pronto soccorso, reparto pediatrico e chirurgico… In Sierra Leone, a Goderich, ho lavorato praticamente ovunque, anche se i pazienti con cui ho avuto più a che fare sono i bambini vittime della soda caustica. Sono tantissimi i bambini che entrano in contatto con questa sostanza pericolosa.

Di tutti i bambini di cui mi sono presa cura, ne ricordo uno in particolare. Sua madre, appena arrivata in ospedale, ci aveva spiegato che il piccolo aveva bevuto la soda che la zia stava utilizzando per produrre il sapone. Era arrivato da noi in condizioni davvero gravi, lo abbiamo ricoverato nel nostro ospedale per circa cinque mesi. Non mi dimenticherò mai il giorno in cui lo abbiamo dimesso: mi chiedevo come avrebbe fatto sua madre a gestire e a prendersi cura della sua tracheotomia.

Così ho iniziato a osservarla. Riusciva a fare tutto da sola, in modo così naturale, esattamente come fa ogni madre del mondo.

Ma non ho solo curato le conseguenze della soda. Nell’ospedale di EMERGENCY arrivano ogni giorno casi diversi: la stagione delle piogge aumenta vertiginosamente i casi di malaria, anche nei più piccoli, così come le infezioni al sistema respiratorio provocate dalla polvere che si alza dalle strade nel periodo di secca. Su quelle strade si consumano anche molti incidenti stradali, e provocano brutte fratture… Se penso a quello a cui ero abituata in Italia, posso dire di aver visto davvero di tutto.

Ora sono qui a Trento, per riprendere un po’ fiato. I ritmi della missione sono così intensi, veloci… ho bisogno di riposarmi, ma solo per poter ripartire, ancora più carica. Continuo a lavorare in ospedale, a stare accanto alle persone, ma a breve partirò di nuovo. Destinazione? Afghanistan.

I miei ricordi corrono veloci uno dietro l’altro: ripenso a quanto mi abbia colpito l’Africa, e quanto mi abbia insegnato la Sierra Leone. A vivere “small small”, per esempio.

“Small small” è la risposta più comune che ti senti dire in Sierra Leone se chiedi a qualcuno “come stai?”

Eppure “small small” non è solo una risposta, ma una filosofia di vita.

“Small small” significa “con calma”, prendere la vita come viene e saperla affrontare, sempre. Prendere le cose “small small” a volte può renderci ancora più felici di quello che pensiamo. Ne sono certa, perché l’ho provato sulla mia pelle. Tanti giorni ho visto persone in Sierra Leone molto più felici di me, di noi. Non avevano quasi niente, eppure mi hanno regalato tutto questo.

— Federica, infermiera di EMERGENCY