Nell’agosto del 1945 gli Stati Uniti sganciarono due bombe atomiche sul Giappone

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Una sulla città di Hiroshima e una sulla città di Nagasaki

All’epoca si sapeva già che i raggi X erano pericolosi ad alte dosi, ma gli effetti delle radiazioni ionizzanti sugli esseri umani erano ancora in gran parte sconosciuti. Gli scienziati incominciarono a studiare gli effetti sulla salute dei due.

I Bombardamenti atomici e in tutto il mondo gli esperimenti per verificare i danni causati dalle radiazioni si moltiplicarono. Da quel filone di ricerca emersero molte scoperte, tra cui l’identificazione delle cellule staminali ematopoietiche, utilizzate negli anni successivi per combattere alcuni tipi di cancro.

Gli scienziati scoprirono che molti cittadini di Hiroshima e Nagasaki erano morti perché le radiazioni avevano danneggiato i tessuti emopoietici come il midollo osseo e la milza. Alcuni esperimenti dimostrarono che trasferendo cellule dagli organi emopoietici, da un individuo sano a uno irradiato senza l’utilizzo di schermature per proteggere gli organi, si potevano riparare i danni subiti.

Le cellule staminali vennero scoperte negli anni 60 da due ricercatori canadesi che capirono che un trapianto di queste cellule, presenti nel midollo osseo, potesse guarire un sistema emopoietico compromesso dalle radiazioni, oppure da malattie come i tumori del sangue.

I primi trapianti di midollo osseo, il principale tessuto emopoietico, precedono di poco la scoperta delle cellule staminali, e da allora la tecnica è progredita molto. Per esempio, oggi le staminali emopoietiche possono essere estratte anche direttamente dal sangue del donatore e ci sono procedure per ridurre molto il rischio di rigetto. Oggi il trapianto di staminali è una delle possibili terapie contro leucemie, linfomi e mielomi.