Sostegno ai deboli, spinta a chi ha stoffa

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Si discute molto in questi giorni a radio 3, durante la bella trasmissione Prima pagina, della competizione. C’è chi dice che la scuola stia imponendo un metodo di competizione che crea ansia e malessere nei ragazzi. Da qui la fuga dall’apprendimento

C’è chi sostiene che un poco di competizione sia necessaria per districarsi nella vita e che non a caso i più bravi se ne vanno all’estero dove la competizione è più praticata e procura rispetto e considerazione, nonché maggiori guadagni. Io però cambierei parola. Invece di competizione che in effetti suona come una forzatura a volte crudele, parlerei di meritocrazia, che è ben altra cosa. Mentre si può dire che la competizione imposta crea panico e disagio, dobbiamo riconoscere che la meritocrazia è un valore di cui non si può fare a meno per la crescita di un Paese. E dobbiamo convenire che il merito crea entusiasmo ed emulazione, salvo naturalmente qualche malignità da invidia a cui non bisogna dare troppa importanza.

Offrire uguale possibilità di accesso agli studi e all’apprendimento è fondamentale. Ma incoraggiare chi ha un talento speciale non è una ingiustizia. Anche se molti sostengono che chi viene favorito nelle sue predisposizioni finisce per ottenere un potere psicologico e culturale che comporta privilegi e potere.

E qui si apre una voragine di domande: il talento viene dalla natura o è una costruzione sociale e culturale? Si nasce con capacità superiori alla massa o si è privilegiati per condizioni sociali che permettono di esprimere le capacità che tutti hanno ma non possono manifestare? Quando si va alla pratica però si scopre che la società nel suo insieme ha profondamente bisogno dei talenti: che sia per la matematica, per la filosofia, per la musica, per l’insegnamento, per l’economia, per la cucina, per la moda. Insomma c’è chi ha la mente e la mano felice e chi non ce l’ha.

È ingiusto dare spazio e sostegno a chi possiede queste inclinazioni? Rousseau direbbe di no. Anche i grandi movimenti rivoluzionari partono di solito da una uguaglianza al ribasso in nome della libertà e della giustizia. Ma pure sappiamo che il mondo va avanti solo per le novità, le scoperte che identificano coloro che sono dotati di speciali attitudini. Si tratta di trovare un equilibrio, non facile per la verità , fra la protezione dei deboli e degli esclusi, con il sostegno a chi ha stoffa e indole.

(Dacia Maraini – corriere.it)