APPROVATA DAL SENATO LA PROPOSTA DI LEGGE SUI SINDACATI MILITARI.

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OCCASIONE PERSA DA PD e 5 per dimostrare che, al di là delle parole, intendono veramente occuparsi dei militari

Il testo approvato chiama “sindacati militari” o meglio “ associazioni professionali a carattere sinda­cale per singola Forza armata o Forza di polizia ad ordinamento militare o interforze” delle organizzazioni che non avranno neanche le competenze della rappresentanza militare.
L’altro ieri il Senato ha licenziato una PdL peggiorativo di quella ricevuta dalla Camera dei Deputati in Luglio, che non garantirà l’organizzazione di un’attività sindacale che consenta di tutelare e salvaguardare il personale in maniera efficace.
Non capisco l’esultanza di chi nelle dichiarazione di voto ha parlato di momento storico. Io la chiamerei invece un’occasione – solo per ora – sprecata di innalzare il grado di democrazia del nostro Paese.
Il Momento storico è stato quello della sentenza della corte costituzionale e quello in cui si è deciso di far nascere i sindacati, in mancanza di una legge, attraverso delle circolari ministeriali, la cui validità era quindi temporanea, che hanno fatto riferimento alle indicazioni della Corte Costituzionale, alle norme per la costituzione delle Associazioni e a un parere richiesto del Consiglio di Stato.
Il Sindacato Militare ha fatto così tanto paura che addirittura, in attesa e nella speranza di una Legge che lo “uccidesse alla nascita” era stata anche disattesa una circolare, emanata ad agosto 2019, che consentiva ai responsabili delle associazioni regolarmente assentite, di incontrare il personale presso i locali di uso comune (sale convegni, spacci, ecc.) fuori dall’orario di servizio, non intralciando le normali attività dei reparti e prevedendo una programmazione semestrale delle attività informative.
Una delle carenze più grandi, che già era presente nel testo varato dalla Camera ed è stata confermata al Senato è quella della previsione che i giudizi sull’attività antisindacale siano di titolarità del TAR invece che del giudice del lavoro che, diversamente dal primo, sarebbe gratuito. E siccome è bene elencare le responsabilità, ricordo pure che fu la Lega la responsabile dell’emendamento sul TAR.
Non meno grave il fatto che si preveda che le articolazioni periferiche dei sindacati possano dialogare solo con l’amministrazione centrale e non con il comandante al proprio livello territoriale. E cosa dire delle limitatissime competenze delle associazioni professionali a carattere sindacale?
Inoltre, a proposito dell’assenso ministeriale, quando decidemmo di varare le circolari, la legge non c’era ed era necessario per il ministero della Difesa e delle Finanze fare una verifica preventiva e dare un assenso alla nascita di ogni sindacato ma, fatta la Legge, il sindacato dovrebbe nascere autonomamente ed eventualmente, un controllo successivo potrebbe evidenziare mancanze da colmare.
È chiaro che una parte del nostro Paese non è pronta a fare il salto culturale necessario per riconoscere che una difesa moderna ha bisogno di un sindacato che sia un valore aggiunto e che consenta di migliorare la vita nelle basi e nelle caserme e il benessere del personale.
Ciò detto, pur delusa da quella che ritengo un’ottusità del sistema e una mancanza di coraggio della classe politica e, permettetemi di dirlo, soprattutto dei 5 stelle, spero veramente che si giunga all’approvazione della Legge.
Vorrà dire che le prime “battaglie” sindacali dovranno essere dedicate alla correzione degli errori e delle mancanze della Legge. Ci vorrà più tempo, ma non si potrà tornare indietro!