Articolo Uno Sicilia: solo Bolsonaro è riuscito a fare peggio di Musumeci

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Sono mesi che la Sicilia accumula record negativi nella lotta alla pandemia

Con un quarto dei nuovi malati e dei decessi in tutta Italia, e ora i ricoveri nei pronto soccorso e nei reparti di terapia intensiva dell’Isola sono al livello di guardia e di questo passo non solo per i 55 Comuni ma per l’intera regione presto si sarà costretti a tornare in zona gialla, se non arancione o addirittura rossa. – lo dichiarano Pippo Zappulla e Mariella Maggio rispettivamente segretario regionale e provinciale di Articolo Uno.
Tutto questo – affermano Zappulla e Maggio – perché la campagna di vaccinazione è stata tra le peggiori dell’intera nazione e perché si è fatto passare un anno senza investire tutti i 240 milioni di euro che il governo aveva stanziato per il potenziamento della medicina del territorio e delle strutture sanitarie della nostra Regione. Basta un dato per chiarire come stanno le cose: era stato annunciato che entro giugno sarebbe stato creato l’80% dei nuovi posti letto finanziati dallo Stato, e invece siamo ancora all’8%, un decimo. E quell’obiettivo dell’80% scontava già un forte ritardo rispetto al programma iniziale.
Si sono poi creati quei pochi posti letto in più, puntualmente inaugurati in pompa magna dal presidente Nello Musumeci, senza preoccuparsi di assumere contemporaneamente il personale sanitario necessario, come se i nuovi reparti potessero funzionare senza medici e infermieri.
Ora l’ultima notizia: per cercare di far fronte all’emergenza, l’ASP 6 di Palermo (e non è difficile immaginare che l’operazione si estenda a tutti i territori) ha stipulato un accordo con le strutture convenzionate, che accoglieranno così i malati che non si riesce a ricoverare negli ospedali pubblici. Quasi “normale in Sicilia” si potrà dire ma poi si scopre che questo accordo qualcosa di nuovo la prevede: un extra budget (cioè soldi in più) e l’assenza di controlli da parte degli ispettori dell’ASP sui criteri di ricovero dei pazienti.
Dall’inizio della pandemia si è detto pressoché all’unanimità che bisognava invertire la tendenza degli ultimi decenni che aveva visto favorire sempre più la sanità privata a scapito di quella pubblica e che era urgente ricostruire la rete di assistenza di prossimità, non concentrandosi più solo sugli ospedali

Ebbene, il governo Musumeci sta facendo esattamente il contrario.
I finanziamenti statali non vengono utilizzati – concludono Pippo Zappulla e Mariella Maggio – per ricostruire la sanità pubblica siciliana, e nuove risorse finiranno in tasca ai privati. Ma questo non deve importare molto al nostro Musumeci, a cui basta non essere privato dell’assessore Ruggero Razza, che non è un campione nei conteggi ma riesce benissimo a privilegiare la sanità privata e altri interessi.